Corriere di Verona

Botte e minacce per i soldi e l’oro Famiglia aggredita da 3 rapinatori

Razzia violenta in una casa di Bovolone. Picchiati marito e moglie anziani

- Angiola Petronio

«Le botte non sono neanche il problema. Sì, fanno male, ma si stanno già sgonfiando. È il morale che non si rialza. Quello è a zero da stanotte...». Giuseppe ha il viso, il torace e la schiena martoriati dai lividi e un braccio con dei tagli. Sua moglie Silvana ha un occhio nero e il naso gonfio. L’unica che non ha tracce fisiche di quanto successo è Federica, la loro figlia. Ieri mattina, lui che in casa ci passa giusto il tempo per mangiare e dormire e il resto lo trascorre nei campi, era accucciato sul divano. Attonito e incredulo, se non fosse stato per le «botte», di quanto gli era successo.

Perché Giuseppe Poltronier­i, pensionato di 68 anni, sua moglie Silvana di 64 e la figlia Federica di 35 l’altra notte sono stati aggrediti e rapinati nella loro casa, in via Parti a Bovolone. In quel casolare tra i campi in cui Giuseppe vive da quando è nato l’altra notte sono entrati in tre. E hanno portato un carico di violenza e paura. «Sono venuti dentro dalla finestra della cantina - racconta -. Avevo messo le sbarre, ma loro le hanno tranciate. Poi uno è entrato e ha aperto agli altri due». Erano le 1,15. Lui e Silvana erano nella loro camera, Federica nella stanza a fianco. Sono entrati prima da lei, quei tre uomini. «Mia figlia è corsa da noi urlando “Papà aiuto”. A quel L’incubo Al centro Giuseppe e la moglie Silvana, picchiati dai rapinatori

punto ho fatto per alzarmi, ma loro erano già davanti al letto. Hanno iniziato a picchiarmi con un bastone, mentre uno dei tre mi urlava “soldi, soldi, soldi. Oro, oro, oro”. Io non riuscivo neanche a rispondere e così hanno picchiato anche mia moglie». Giuseppe ha una ferita da taglio, non profonda, al braccio destro.

«Uno di loro aveva un coltello che aveva preso in cucina e me lo puntava addosso...». Il pensionato è riuscito a indicargli il portafogli­o. «Si sono presi i 50 euro che c’erano dentro, poi gli orecchini e gli ori di mia moglie che erano su

un cassettone in camera e altri 500 euro..». Si sono fatti bastare il bottino,, quei tre rapinatori e se ne sono andati.

Giuseppe ha chiamato i carabinier­i. Sul posto sono arrivati i militari della stazione di Isola della Scala che quando hanno visto come erano ridotti marito e moglie hanno chiamato il 118. Il medico che è arrivato in via Parti li ha visitati e ha curato le ferite. Giuseppe e Silvana hanno descritto quei tre uomini ai carabinier­i. «Erano giovani - racconta il pensionato - tra i 28 e i 30 anni e avevano un accento dell’Est. Si erano coperti la testa con delle bandane e sulla faccia avevano dei fazzoletti con dei buchi. Erano cattivi... Qui non sono di certo arrivati in auto, l’avremmo sentita. Forse l’hanno lasciata all’imbocco della strada». Il casolare è diventato un pullulare di militari dell’Arma. Quelli della compagnia di Villafranc­a, quelli della Sis - la sezione investigaz­ioni scientific­he del nucleo investigat­ivo che hanno fatto i rilievi per cercare tutto quello che può essere utile per identifica­re i tre rapinatori. «Sono stati bravi, i carabinier­i. Ci hanno tranquilli­zzato, ma la paura non va via...». Giuseppe dal divano si alza solo quando tornano loro, per andare in cortile. «Abito in questa casa da tutta la vita e non è mai successa una cosa del genere. Dormiamo con le finestre chiuse solo da qualche anno, da quando abbiamo messo il climatizza­tore... Prima non ci si pensava neanche a chiuderle, meno che meno per cose del genere...». Rimugina, Giuseppe. «Quello che è successo è grave... Molto grave... Non si può picchiare la gente così... Vederti prendere a botte a casa tua è brutto... E la paura non solo non passa, aumenta...». Ad andare via neanche ci pensa. «Ho i miei campi, non posso. Ma da oggi non mi sento più al sicuro...».

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