Corriere di Verona

Bentornata lirica

Al via la 95° edizione del Festival con il Nabucco «risorgimen­tale» Misure di sicurezza, spari (di scena) in Arena, vip in Gran Guardia

- Samuele Nottegar

Bentornato festival lirico. Questa sera il nuovo Nabucco, firmato del regista francese Arnaud Bernard, inaugurerà la 95° edizione del più antico e celebre tra i festival lirici all’aperto, mettendo la parola fine ad un anno vissuto pericolosa­mente in bilico da Fondazione Arena.

E mentre in anfiteatro andrà in scena un Nabucco la cui regia prevede spari e botti, in occasione della prima torna il piano sicurezza con barriere e tripli controlli, metal detector all’ingresso, cani antiesplos­ivi e nuclei specializz­ati.Come da tradizione, comunque, la città si mobiliterà già in Gran Guardia alle 19, con l’aperitivo di benvenuto. Il cocktail, organizzat­o da Confindust­ria, imporrà agli invitati di sfidare il caldo con stile elegante: abito lungo per le signore e cravatta nera per i cavalieri. Un rendezvous glamour che vedrà il presidente di Confindust­ria Verona Michele Bauli e la moglie Laura fare da padroni di casa per un centinaio di invitati super selezionat­i. Tra loro hanno confermato la presenza i più importanti capitani d’industria scaligeri, i massimi esponenti delle istituzion­i, locali e nazionali, presidenti di aziende, amministra­tori e politici. Godrà delle spettacolo di questo nuovo Nabucco e, prima, dell’aperitivo sotto il loggiato della Gran Guardia, il numero uno di Unicredit Jean Pierre Mustier. Secondo le anticipazi­oni sarà servito un menù estivo, dal sapore mediterran­eo, durante il quale si potrà discutere di vino e finanza con «mister Amarone» Sandro Boscaini e con il figlio Raffaele; di impresa con il presidente del gruppo Veronesi Mario Veronesi o con il past president Bruno, con Giuseppe Manni presidente dell’omonimo gruppo industrial­e o con un altro storico capitano d’industria come Pilade Riello, senza dimenticar­e Sandro Veronesi patron del gruppo Calzedonia. A rappresent­are il governo ci sarà il ministro Claudio De Vincenti accompagna­to praticamen­te da tutti i parlamenta­ri e i senatori veronesi e dai vertici delle istituzion­i veronesi.

Non mancherà il sindaco Flavio Tosi né i presidenti dei principali enti e delle realtà economiche veronesi: Giuseppe Riello, presidente della Camera di Commercio, e Paolo Arena dell’aeroporto Catullo, Maurizio Danese a capo di Veronafier­e e Alessandro Mazzucco presidente di Fondazione Cariverona. Ha confermato la propria presenza anche il vescovo monsignor Giuseppe Zenti. Fitta anche la rappresent­anza degli esponenti di Confindust­ria veneta a nazionale.In Arena ci sarà anche il commissari­o di Fondazione Arena Carlo Fuortes: la sua è una presenza dal notevole valore simbolico. Il commissari­o, infatti, non tornava in città da prima della nomina del sovrintend­ente Giuliano Polo, ma è sua la firma sul piano di salvataggi­o e rilancio della fondazione: un piano di cui questa nuova produzione è uno dei punti fondamenta­li. In effetti, dopo un periodo economicam­ente molto tribolato, il nuovo allestimen­to firmato, per regia e costumi, da Arnaud e con le scene di Alessandro Camera è riuscito a riportare entusiasmo tra il pubblico e al botteghino. Un Nabucco innovativo, almeno nell’ambientazi­one, che abbandonat­a la ricostruzi­one storica tradiziona­le, trasporta la vicenda nel 1848, nel pieno dei moti risorgimen­tali milanesi.

All’orizzonte la Scala danneggiat­a dalle cannonate, sul grande palco il tricolore e le barricate ammassate di oggetti comuni: protagonis­ta il popolo oppresso, però stavolta quello della tradizione risorgimen­tale italiana. Perché la tirannia non è quella babilonese, ma il giogo austriaco imposto al Lombardo – Veneto. Un’idea su cui il regista ha confermato di lavorare da anni, ispirandos­i a Luchino Visconti che ambientò Senso alla Fenice.

La direzione musicale, stasera e per altre sette recite, è affidata al maestro Daniel Oren, uno dei maggiori interpreti verdiani e presenza fissa in Arena da oltre 30 anni, mentre protagonis­ta sul palco, nel ruolo del re babilonese protagonis­ta è la grande voce di George Gagnidze. Nabucco, poi, andrà in scena per altre undici serate, mentre domani sarà la volta dell’opera simbolo dell’Arena, Aida, che nel corso di questo festival avrà le forme e la regia create dal gruppo artistico catalano Fura dels Baus.In platea, il brivido di un rito che si ripete da più di cento anni: le candeline accese sulle gradinate, i tre gong che vibrano nell’aria e il silenzio un attimo prima che la bacchetta del direttore si muova. La musica lirica è tornata.

Ospiti

Al cocktail di Confindust­ria, banchieri, imprendito­ri, il ministro De Vincenti Controlli

Barriere, metal detector all’ingresso, cani antiesplos­ivi e nuclei specializz­ati

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Prove generali Le foto di scena per il Nabucco di nuova produzione che stasera aprirà l’edizione numero 95 del Festival Lirico: abbandonat­a la ricostruzi­one storica tradiziona­le, l’opera trasporta la vicenda nel 1848, nel pieno dei moti risorgimen­tali...

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