Corriere di Verona

Banche venete, Gentiloni: «Direzione giusta»

Attesa per la risposta del governo all’offerta di Intesa-SanPaolo, il decreto potrebbe arrivare entro lunedì Zaia: malato grave, non importa chi lo cura. Ma da Fi al M5s è coro di critiche: così paga solo il contribuen­te

- Marco Bonet

Tra ironie («È la svendita tutto-a-un-euro»), nostalgie («Non avremo più le nostre banche») e sospiri di sollievo («Una soluzione almeno è stata trovata»), il Veneto attende la risposta del governo all’offerta «condiziona­ta» di Intesa San Paolo. L’istituto di credito si è detto disponibil­e a rilevare le attività in bonis di Popolare Vicenza e Veneto Banca, purché ciò avvenga «in una cornice legislativ­a approvata e definitiva» (decreto ad hoc o emendament­o al decreto che già ha sospeso il rimborso del bond di Veneto Banca), con copertura degli «oneri di integrazio­ne e razionaliz­zazione» (come gli esuberi) e la «sterilizza­zione» di qualunque altro rischio (crediti deteriorat­i, asset «tossici», titoli in sofferenza). Dal ministero dell’Economia per ora nessun commento, perché se è difficile pensare che Intesa si sia esposta fino a questo punto senza prima aver informato il governo (e Bruxelles), è altrettant­o vero che paletti tanto stringenti non erano attesi in Via XX Settembre. E d’altra parte, quali alternativ­e si possono proporre, in caso di rifiuto? In tal senso sembrano decisive le - poche parole rilasciate dal premier Paolo Gentiloni al suo arrivo ieri a Bruxelles, dove parteciper­à al Consiglio Europeo: «Il filo fra le autorità italiane e le autorità europee è un filo diretto e continuo, penso che sulle banche venete si stia lavorando nella direzione giusta».

Che i giochi siano fatti traspare anche dalle dichiarazi­oni del governator­e Luca Zaia, che fino all’ultimo aveva sostenuto la necessità della ricapitali­zzazione da parte dello Stato (che ora dovrà comunque sborsare 3,5 miliardi per la bad bank chiesta da Intesa) e il progetto di fusione tra i due istituti, con l’obiettivo di tener viva «la grande banca veneta» punto di riferiment­o dell’economia del territorio: «Quella sarebbe stata la soluzione del cuore ma siamo in un momento di grossa difficoltà e davanti al malato grave non ci si pone il problema di chi porta la medicina - ha detto Zaia -. Restano i nodi dell’occupazion­e,degli azionisti che non devono vedere azzerate le proprie azioni, del servizio sul territorio ma siamo fiduciosi e immagino che i prossimi giorni saranno cruciali».

Nella Lega c’è chi si mostra battaglier­o, come il presidente del consiglio Roberto Ciambetti («Grazie ai colpevoli ritardi di Roma con il suo obolo simbolico Intesa fa un affarone. Ma non accetterem­o diktat verso i lavoratori, le famiglie e le imprese») e con l’eccezione del Pd, un po’ dappertutt­o si levano critiche all’operazione. Renato Brunetta, Forza Italia: «Vince Intesa, perdono i risparmiat­ori e il ministero del Tesoro, cioè i contribuen­ti italiani, cui toccherà pagare 5 miliardi di euro. Padoan ha sbagliato tutto quel- lo che c’era da sbagliare». Enrico Zanetti, che di Padoan è stato viceminist­ro, Scelta Civica: «Se fossi azionista di Intesa mi compliment­erei con l’amministra­tore delegato ma da cittadino un’offerta di questo tipo mi fa inorridire, è una pazzia. Voglio sperare che il governo la giudichi irricevibi­le». I Cinque Stelle, da Carla Ruocco a Enrico Cappellett­i: «Intesa espande ulteriorme­nte la propria influenza e il suo dominio al Nord, senza sopportare alcun costo e il governo è costretto ad accettare facendo buon viso a cattivo gioco per evitare in extrema ratio il bail-in». Emanuele Prataviera di Fare!: «Come si può gioire per svendita delle nostre banche? Veneto lavora e tasi, deciderann­o sempre Milano e Roma per noi».

La replica tocca alla dem Laura Puppato: «Mi sembrano voci tardive e saccenti, criticano tanto per criticare. Non avevamo la coda alla porta, in questo momento altre soluzioni non ce ne sono. E lo Stato potrà comunque recuperare qualcosa dai crediti deteriorat­i». A lei si aggiunge Antonio De Poli dell’Udc: «Il default avrebbe comportato un danno senza precedenti all’economia veneta e dell’intero Paese».

Zanetti Da cittadino la considero un’offerta che fa inorridire, spero che il governo la giudichi irricevibi­le

Puppato Voci tardive e saccenti, la verità è che non c’era la coda alla porta, questa è l’unica soluzione La proposta

Intesa è diposta a rilevare la good bank mentre allo Stato andrebbe la bad bank Il governator­e Luca Zaia Mantenere in vita le due banche venete sarebbe stata la soluzione del cuore ma siamo in un momento di grossa difficoltà e davanti al malato grave non ci si pone il problema di chi dà la medicina. Certo restano da risolvere i nodi dell’occupazion­e, degli azionisti e del servizio ma siamo fiduciosi

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