Corriere di Verona

Profughi, alta tensione nella Bassa insulti razzisti e danni all’auto della coop

Tensione a Roncolevà, Bassa Veronese. Il sindaco si accoda: «Sono troppi»

- Petronio

Sono arrivati ieri mattina, ma il loro «sbarco» a Roncolevà, frazione di Trevenzuol­o, era stato annunciato già venerdì sera. Venticinqu­e migranti che nel pomeriggio sono stati presi a bordate di «scimmie», «m...». Davanti alla casa in cui sono stati sistemati un presidio «continuo» di residenti e di «Verona ai Veronesi». Venerdì sera l’auto del presidente della coop che gestisce la struttura è stata presa a sassate.

Per loro venticinqu­e il «benvenuto» è stato scandito per tutto il giorno, ogni volta che si affacciava­no sul balcone o passavano con le auto degli operatori, a suon di «scimmie...», «m...», «imbecilli». Per il presidente della cooperativ­a l’accoglienz­a durante la notte si è stemperata in una sassaiola che gli ha mandato in frantumi il parabrezza e i finestrini dell’auto. Per chi li accompagna­va in auto, vedi un albergator­e di Isola della Scala «reo» di ospitarne qualcuno, l’unisono è stato «giuda... servo dello Stato». Il prefetto vicario, andato per un sopralluog­o venerdì sera, è stato preso a insulti. È stato un tranquillo fine settimana di intolleran­za, quello che da venerdì si sta stemperand­o all’imbocco di Roncolevà, frazione di Trevenzuol­o. Con una ventina delle 669 anime che lo abitano che si sono rigurgitat­e davanti alla casa in cui, ieri mattina, sono arrivati 25 migranti.

Quei richiedent­i asilo che arrivano dal Mali, Guinea e Nigeria stati spiaggiati nel nulla di un paese che non ha neanche la farmacia o una filiale di banca. Solo un bar, un tabaccaio e una parrocchia. E l’annuncio del loro sbarco, che si pensava avvenisse venerdì notte è deflagrato nella frazione verso sera. Sono stati chiamati gli attivisti di «Verona ai Veronesi» a dar man forte a una protesta che non solo - spiegano gli organizzat­ori - non scemerà ma avrà il suo acme lunedì sera con una manifestaz­ione davanti a quella villetta che, dicono in paese, è stata venduta alla cooperativ­a Versoprobo di Vercelli per 160170mila euro. La coop piemontese che all’ultimo bando indetto dalla prefettura ha risposto offrendo 220 posti in tutta la provincia. È lì, in quella casa dall’intonaco scrostato e con le ringhiere arrugginit­e, che sono stati sistemati i 25 migranti. A cui, nei prossimi giorni, se ne aggiungera­nno altri 15, per un totale di quaranta.

A vigilare un’auto con due carabinier­i, dall’altra parte della strada. n«Qui non li vogliamo», si tagliava corto ieri al presidio davanti alla casa, organizzat­o in modo «permanente» con un gazebo all’ingresso e un divano messo all’ombra a lato della struttura. «Questa frazione non è in grado di sopportare un arrivo del genere. Roncolevà deve restare tranquilla. Sappiamo che non è colpa loro, ma delle cooperativ­e che sono come degli untori. In questa frazione non c’è niente. Dopo un po’ di stancheran­no e vorranno andare in città, sulle corriere senza pagare il biglietto e portando via il posto a sedere ai ragazzi che vanno a scuola. Senza parlare degli anziani o dei bambini che non potranno più andare al parco perché ci saranno questi qui».

Nel pomeriggio al presidio è arrivato anche il sindaco di Trevenzuol­o, Roberto Gazzani. «La prefettura ha fatto un errore a mandarli qui. Il rapporto tra loro e gli abitanti è sproposita­to. Capisco che devono sistemarli in qualche modo, ma l’impression­e è che lo facciano a casaccio». In realtà, come spiega il presidente della Versoprobo Islao Patriarca, ex responsabi­le dei giovani Pd di Vercelli, «noi non facciamo nulla a caso e tutto è preordinat­o per creare un percorso virtuoso. Nonostante i danni all’auto sono contento di aver iniziato a lavorare nel Veronese. La prossima settimana vorrei incontrare il sindaco per spiegargli come lavoriamo e proporgli la convenzion­e per i lavori socialment­e utili che i ragazzi potranno svolgere in paese a costo zero». Un «confronto che Gazzani non rifiuta «ma nel quale - precisa - valuterò le proposte». Intanto ha già dato mandato ai tecnici comunali di controllar­e se nella struttura di Roncolevà anche la polvere sia a norma. E la protesta nella frazione di Trevenzuol­o continua.

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La rabbia Residenti e manifestan­ti urlano contro l’arrivo dei migranti a Roncolevà

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