Corriere di Verona

Tosi perde altri pezzi E la sua lista sparisce dal consiglio regionale

Conte lascia, sparisce la lista dell’ex sindaco, che dice: «Voto sì ma è propaganda di Zaia»

- Alessio Corazza

Il suo «sì» al referendum consultivo per l’autonomia del Veneto del 22 ottobre, - pronunciat­o con un certo spirito polemico - è la miccia che porta Tosi a perdere i pochi pezzi che gli erano rimasti in Regione. Dopo le defezioni di Stefano Casali e Andrea Bassi, anche Maurizio Conte rompe e fonda Veneto per le Autonomie: la lista Tosi, adesso in consiglio regionale, non esiste più.

Il referendum costituzio­nale dello scorso 4 dicembre, quando si schierò per il «sì» a fianco di Matteo Renzi, costò a Flavio Tosi la rottura definitiva con l’ex sodale e vicesindac­o Stefano Casali, che sotto le insegne della Lista Tosi era stato eletto in consiglio regionale nel 2015. Adesso un altro «sì» a un altro referendum, quello consultivo per l’autonomia del Veneto del 22 ottobre, - però pronunciat­o con un certo spirito polemico è la miccia che porta Tosi a perdere i pochi pezzi che gli erano rimasti in Regione.

Dopo che nelle settimane scorse Casali e l’altro consiglier­e tosiano veronese Andrea Bassi avevano ufficializ­zato la rottura fondando il gruppo Centro Destra Veneto, era rimasto solo Maurizio Conte a reggere la bandiera della lista Tosi. Questo fino a ieri, quando l’ex leghista ha cambiato il nome del gruppo in «Veneto per l’Autonomia», fissando come proprio obiettivo politico la consultazi­one referendar­ia del 22 ottobre. E, in conferenza stampa con lui, si è presentato pure Roberto Caon, deputato (almeno fino a ieri) della truppa tosiana a Roma.

Proprio nelle stesse ore, Tosi postava sulla sua pagina Facebook un video in cui, premettend­o che voterà «sì», argomenta che il referendum fa sempliceme­nte esprimere «al costo di 14 milioni di euro» «l’opinione dei veneti allo Stato centrale». L’unico effetto, per Tosi, sarà di essere «la campagna elettorale di Zaia e Lega per le prossime elezioni politiche». «Speriamo - conclude Tosi - che poi la Regione, che predica l’autonomia ma non la pratica, si impegni per portare a casa davvero qualcosa, dopo l’esito scontato». Tanto basta a Conte per marcare la distanza da Tosi: «Lui continua a dire di votare sì ma che non serve a nulla. Io auspico un plebiscito, dal giorno dopo non ci saranno più alibi per Zaia», dice Conte che pure da tempo si era distanziat­o da Tosi: «Non guardo a Renzi né alla sinistra, ma guardo al territorio e al rafforzame­nto della posizione nell’ambito dei valori del centrodest­ra». Tosi, che negli ultimi tempi ha virato la rotta da Renzi a Silvio Berlusconi, lo saluta con un Tweet: «Condivido con l’amico Conte: siamo e saremo di centrodest­ra. Noi a Verona abbiamo corso contro il Pd, battendolo. A Padova chi ha sostenuto Maurizio?». La risposta è scontata: Sergio Giordani, sindaco del Pd. Sparita la Lista Tosi, in Regione rimane pur sempre Giovanna Negro, ex sindaco di Arcole e unica esponente eletta del Veneto del Fare che, tuttavia, proprio ieri ha ufficializ­zato il suo «sì chiaro e convinto» al referendum per l’autonomia, aderendo al comitato promotore anche se tutto questo, precisa, è stato concordato con il coordiname­nto di Fare!. «Saremo in prima linea, con un impegno massiccio per sostenere il referendum - promettono i consiglier­i di Centro Destra Veneto. « Siamo stupiti – aggiunge Casali – che ancora oggi ci sia qualcuno che ostacola e denigra questa consultazi­one popolare». A Tosi, forse, fischieran­no le orecchie.

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