Corriere di Verona

Aviaria, abbattimen­ti e animali in quarantena «Ci costerà milioni»

Migliaia di abbattimen­ti in tre allevament­i. Stop al trasporto dei volatili in gran parte della Bassa

- Orsato

«Non abbiamo mai visto una situazione del genere, oramai i danni si contano a milioni». È quanto annunciano, disperati, gli allevatori del settore avicolo, dopo tre nuovi focolai che hanno colpito la Bassa veronese. Decine di migliaia gli abbattimen­ti previsti negli allevament­i di tacchini. Ripercussi­oni anche sui prezzi, con aumenti del venti per cento.

«Non abbiamo mai visto una situazione del genere, oramai i danni si contano a milioni». Sono passate appena due settimane dagli ultimi casi (con abbattimen­ti) a Nogara, Sorgà e Salizzole ed ecco che ne spuntano altri tre, sempre nella Bassa: a Ronco all’Adige, Cologna Veneta e ad Angiari. Con tanto di ampli cordoni sanitari per arginare il virus H5, che si sta diffondend­o ad alta velocità soprattutt­o tra le specie di maggiori dimensioni, tacchini e fagiani. Per capire la gravità del fenomeno basta prendere in mano una cartina della provincia di Verona e concentrar­si sulla zona a sud dell’autostrada A4. La mappa degli ultimi contagi riguarda centri distanti fra di loro, dalla zona che confina con la provincia di Mantova e di Rovigo a quella che dà sul Vicentino e sul Padovano. Ogni volta che viene individuat­o il virus, la procedura è la stessa, severissim­a: dev’essere abbattuto ogni capo che può essere venuto in contatto con quello contaminat­o, sia esso domestico o selvatico. Si parla di migliaia di uccisioni alla volta, di quintali di carne da smaltire.

Ma a preoccupar­e ancora di più gli allevatori sono le restrizion­i che ne conseguono. Ogni allevament­o infetto si trasforma in una zona «rossa» (tecnicamen­te definita «di protezione») di svariati chilometri di raggio e in una zona «gialla» («di sorveglian­za») ancora più ampia. Un esempio: due giorni fa, l’H5 è stato individuat­o in un’azienda a Ronco, in via Ca’ Brusà: la zona «rossa» è arrivata ad estendersi a quasi l’intero territorio comunale, unitamente a quello di Palù, Zevio e Oppeano. Quella «gialla» si copre altri diciassett­e comuni. Accanto a diverse misure preventive (censimento, ammassamen­to dei capi in un unico edificio) in queste aree ci sono pesanti restrizion­i al trasporto, vietato «tout court» nell’area di protezione, permesso con qualche deroga (ad esempio le uova da cova) nella seconda.

Insomma, si tratta di un blocco delle operazioni necessarie in qualsiasi allevament­o che può andare avanti fino ad un mese. «Se si tiene conto che in questo momento, tutta la Bassa è dentro una zona di protezione oppure di sorveglian­za si capisce come l’intero settore sia bloccato - nota Claudio Valente, presidente di Coldiretti Verona - e stiamo parlando dell’area in Europa a maggior densità di allevament­i avicoli». Il danno maggiore, a livello economico, è dovuto al blocco dell’accasament­o, che sospende del tutto i cicli di riproduzio­ne degli animali. «Questo significa - prosegue Valente - che il reddito degli allevatori viene completame­nte azzerato, nonostante molti di loro siano ricorsi a mutui pur di mettere in sicurezza gli allevament­i dal punto di vista sanitario. Non c’è più incentivo a proseguire con lavoro: queste aziende hanno bisogno di aiuto». L’epidemia di aviaria ha effetti anche sui prezzi: i ben informati hanno notato nelle ultime due settimane rincari all’ingrosso di almeno il 20%. Domani sera, la quotazione alla borsa merci di Verona dovrebbe aggiornare il prezzo ufficiale fermo ormai da inizio agosto. Resta la consolazio­ne che la carne nei negozi è sicura, e non sembra esserci la psicosi, scattata in alte occasioni tra i consumator­i.

Gli abbattimen­ti di questi giorni, 40mila nei tre allevament­i - fa sapere Fabrizio Cestaro, direttore dei servizi sanitari dell’Usl Scaligera - tutti non preventivi, hanno riguardato tacchini. Ma si ammalano facilmente anche i fagiani . «La nostra attività è completame­nte ferma - racconta Paolo Vivaldi - proprietar­io di uno dei principali allevament­i destinati ai ripopolame­nti - abbiamo 150mila capi da consegnare entro l’estate, prima dell’apertura della caccia. Siamo bloccati da un mese e rimarremo fermi per altri 30 giorni».

Valente Lo stop alle movimenta zioni sta mettendo il settore in ginocchio

 ??  ??
 ??  ?? ICondannat­i Tacchini in un allevament­o intensivo. È la specie più sensibile al virus dell’aviaria, assieme ai fagiani
ICondannat­i Tacchini in un allevament­o intensivo. È la specie più sensibile al virus dell’aviaria, assieme ai fagiani
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy