Vaccini, nelle scuole paritarie negata l’iscrizione a 4.300 bimbi
Non hanno il certificato. Software della Regione per scovare gli alunni non immunizzati
Primi effetti, dopo l’arrivo nelle scuole delle circolari applicative sull’obbligo vaccinale, che impone la presentazione del relativo certificato agli studenti da zero a 16 anni. Gli asili parificati aderenti alla Fism (Federazione italiana scuole materne) hanno rifiutato l’ingresso al 5% dei richiedenti, pari a 4.375 bambini. I presidi: «Un caos».
A dieci giorni dalle circolari applicative della nuova legge sull’obbligo vaccinale e di presentazione del relativo certificato imposto agli studenti da zero a 16 anni, pena multe da 100 a 500 euro e la non iscrizione a Nido e materne, il Veneto registra già la prima ricaduta «pratica». Gli asili parificati aderenti alla Fism (Federazione italiana scuole materne) hanno rifiutato l’ingresso al 5% dei richiedenti, che su un totale di 87.500 bimbi (6500 frequentano i Nido) fa 4375 accessi negati. «Sono figli di genitori che non vogliono vaccinarli e quindi abbiamo dovuto respingerne la domanda — conferma Ugo Lessio, nel direttivo Fism — la legge è chiara. I bambini non immunizzati non si possono iscrivere, nemmeno con riserva, nonostante le sollecitazioni delle famiglie. E comunque la raccolta dei certificati entro il 10 settembre per gli istituti dell’infanzia è un grosso problema. I tempi sono stretti, tante scuole sono ancora chiuse, la maggioranza dei genitori non trova il libretto vaccinale ma le Usl non riescono a star dietro a tutte le richieste di copie, così ogni giorno mamme e papà ci tempestano di telefonate per chiedere il da farsi. E’ vero — precisa Lessio — si può ricorrere all’autocertificazione, ma entro il 10 luglio 2018 va comunque presentata la documentazione in regola. Insomma siamo in crisi, così abbiamo chiesto un incontro chiarificatore alla Regione per lunedì».
Lo stesso ha fatto Daniela Beltrame, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, visto che il diktat interessa 604.163 alunni di statali e paritarie. Nel dettaglio, 25mila frequentano i Nido; 124.901 le materne (43.901 le statali e 81mila le paritarie); 227.587 le elementari (215.587 le statali e 12mila le paritarie); 141.206 le medie (135.106 le statali e 6100 le paritarie); 85.469 il biennio delle superiori (81.860 statali e 3600 parificate). A loro si aggiungono 5/8mila allievi del biennio degli istituti professionali per i quali, come per gli studenti di elementari, medie e superiori, il termine di presentazione del certificato è fissato al 31 ottobre. «Vorrei incontrare i dirigenti di Palazzo Balbi per cercare di alleggerire e semplificare la procedura di raccolta dati — spiega Beltrame —. Richiede uno sforzo in più alle scuole, già bisognose di 350 unità in più, da me richieste al Miur, soprattutto in termini di amministrativi. E poi rappresenta una responsabilità per i presidi, che oltre a controllare i certificati, devono segnalare alle Usl gli allievi non vaccinati. Ho inviato a tutti gli istituti una circolare che ricorda gli adempimenti per l’anno scolastico 2017/2018 e ogni plesso ha pubblicato sul proprio sito i contenuti della nuova legge, ma l’applicazione in effetti è complessa». «Le scuole sono in subbuglio — conferma Gianni Zen, presidente dell’Associazione scuole autonome del Veneto — è un surplus di lavoro per le segreterie, già in sottorganico. Per aiutare i genitori produrremo un modello di autocertificazione che sia giuridicamente congruo. Dal ministero dell’Istruzione non abbiamo indicazioni, così tra presidi ci scambiamo idee e materiale su Facebook». In realtà il modello di autocertificazione c’è già, allegato a una delle due circolari applicative. Il fatto che passi inosservato è la prova della confusione di queste ore. «Le scuole sono davvero in difficoltà, anche perché agosto è periodo di chiusura — conferma Lorenzo Gaggino, presidente veneto dell’Associazione nazionale presidi — molti colleghi stanno rinunciando alle ferie».
Dal canto suo la Regione lavora per superare una burocrazia assurda che chiede agli istituti di raccogliere certificati rilasciati dalle Usl per poi rimandarli alle stesse aziende sanitarie con l’indicazione di alunno in regola o meno con le vaccinazioni. I tecnici di Palazzo Balbi hanno predisposto un software che incrocia gli elenchi degli iscritti tra zero e 16 anni ricevuti dalle scuole tra marzo e aprile e l’Anagrafe vaccinale informatizzata, così da individuare subito i ragazzi non immunizzati o parzialmente immunizzati (hanno saltato qualche vaccino o qualche richiamo). Le Usl ne convocheranno i genitori.