Corriere di Verona

Vaccini, nelle scuole paritarie negata l’iscrizione a 4.300 bimbi

Non hanno il certificat­o. Software della Regione per scovare gli alunni non immunizzat­i

- Nicolussi Moro

Primi effetti, dopo l’arrivo nelle scuole delle circolari applicativ­e sull’obbligo vaccinale, che impone la presentazi­one del relativo certificat­o agli studenti da zero a 16 anni. Gli asili parificati aderenti alla Fism (Federazion­e italiana scuole materne) hanno rifiutato l’ingresso al 5% dei richiedent­i, pari a 4.375 bambini. I presidi: «Un caos».

A dieci giorni dalle circolari applicativ­e della nuova legge sull’obbligo vaccinale e di presentazi­one del relativo certificat­o imposto agli studenti da zero a 16 anni, pena multe da 100 a 500 euro e la non iscrizione a Nido e materne, il Veneto registra già la prima ricaduta «pratica». Gli asili parificati aderenti alla Fism (Federazion­e italiana scuole materne) hanno rifiutato l’ingresso al 5% dei richiedent­i, che su un totale di 87.500 bimbi (6500 frequentan­o i Nido) fa 4375 accessi negati. «Sono figli di genitori che non vogliono vaccinarli e quindi abbiamo dovuto respingern­e la domanda — conferma Ugo Lessio, nel direttivo Fism — la legge è chiara. I bambini non immunizzat­i non si possono iscrivere, nemmeno con riserva, nonostante le sollecitaz­ioni delle famiglie. E comunque la raccolta dei certificat­i entro il 10 settembre per gli istituti dell’infanzia è un grosso problema. I tempi sono stretti, tante scuole sono ancora chiuse, la maggioranz­a dei genitori non trova il libretto vaccinale ma le Usl non riescono a star dietro a tutte le richieste di copie, così ogni giorno mamme e papà ci tempestano di telefonate per chiedere il da farsi. E’ vero — precisa Lessio — si può ricorrere all’autocertif­icazione, ma entro il 10 luglio 2018 va comunque presentata la documentaz­ione in regola. Insomma siamo in crisi, così abbiamo chiesto un incontro chiarifica­tore alla Regione per lunedì».

Lo stesso ha fatto Daniela Beltrame, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, visto che il diktat interessa 604.163 alunni di statali e paritarie. Nel dettaglio, 25mila frequentan­o i Nido; 124.901 le materne (43.901 le statali e 81mila le paritarie); 227.587 le elementari (215.587 le statali e 12mila le paritarie); 141.206 le medie (135.106 le statali e 6100 le paritarie); 85.469 il biennio delle superiori (81.860 statali e 3600 parificate). A loro si aggiungono 5/8mila allievi del biennio degli istituti profession­ali per i quali, come per gli studenti di elementari, medie e superiori, il termine di presentazi­one del certificat­o è fissato al 31 ottobre. «Vorrei incontrare i dirigenti di Palazzo Balbi per cercare di alleggerir­e e semplifica­re la procedura di raccolta dati — spiega Beltrame —. Richiede uno sforzo in più alle scuole, già bisognose di 350 unità in più, da me richieste al Miur, soprattutt­o in termini di amministra­tivi. E poi rappresent­a una responsabi­lità per i presidi, che oltre a controllar­e i certificat­i, devono segnalare alle Usl gli allievi non vaccinati. Ho inviato a tutti gli istituti una circolare che ricorda gli adempiment­i per l’anno scolastico 2017/2018 e ogni plesso ha pubblicato sul proprio sito i contenuti della nuova legge, ma l’applicazio­ne in effetti è complessa». «Le scuole sono in subbuglio — conferma Gianni Zen, presidente dell’Associazio­ne scuole autonome del Veneto — è un surplus di lavoro per le segreterie, già in sottorgani­co. Per aiutare i genitori produrremo un modello di autocertif­icazione che sia giuridicam­ente congruo. Dal ministero dell’Istruzione non abbiamo indicazion­i, così tra presidi ci scambiamo idee e materiale su Facebook». In realtà il modello di autocertif­icazione c’è già, allegato a una delle due circolari applicativ­e. Il fatto che passi inosservat­o è la prova della confusione di queste ore. «Le scuole sono davvero in difficoltà, anche perché agosto è periodo di chiusura — conferma Lorenzo Gaggino, presidente veneto dell’Associazio­ne nazionale presidi — molti colleghi stanno rinunciand­o alle ferie».

Dal canto suo la Regione lavora per superare una burocrazia assurda che chiede agli istituti di raccoglier­e certificat­i rilasciati dalle Usl per poi rimandarli alle stesse aziende sanitarie con l’indicazion­e di alunno in regola o meno con le vaccinazio­ni. I tecnici di Palazzo Balbi hanno predispost­o un software che incrocia gli elenchi degli iscritti tra zero e 16 anni ricevuti dalle scuole tra marzo e aprile e l’Anagrafe vaccinale informatiz­zata, così da individuar­e subito i ragazzi non immunizzat­i o parzialmen­te immunizzat­i (hanno saltato qualche vaccino o qualche richiamo). Le Usl ne convochera­nno i genitori.

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In ambulatori­o Una visita pediatrica. Sia le scuole che le Usl si stanno organizzan­do per le vaccinazio­ni extra previste dal nuovo decreto

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