Corriere di Verona

Subito in forma dopo la chirurgia: il nuovo metodo

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È una delle operazioni più lunghe e complesse che si possa subire e un tempo richiedeva un lungo periodo di riabilitaz­ione. Adesso, nonostante richieda spesso fino a sette ore di intervento chirurgico, chi la subisce è in grado di rimettersi completame­nte in pochi giorni. Sono questi i risultati, applicati ai pazienti che soffrono di patologie all’apparato digerente, resi noti dai medici dell’azienda ospedalier­a di un protocollo partito qualche anno fa come sperimenta­zione, ora divenuto routine. Si chiama Eras, acronimo che in inglese significa «recupero avanzato dopo la chirurgia». «Con questa sigla - spiega Giovanni De Manzoni, primario del centro di chirurgia dell’esofago e dello stomaco - si intendono una serie di procedure e azioni messe in atto con l’obiettivo di garantire un pieno e precoce ritorno alle attività quotidiane svolte dal paziente. Nei Paesi del Nord Europa questa pratica è diffusa e consolidat­a da tempo, negli ultimi anni anche in alcune realtà chirurgich­e italiane all’avanguardi­a si è iniziato a guardare in questa direzione».

Così succede anche al Polo Confortini, di Borgo Trento, dove ogni anno vengono operati molti pazienti, soprattutt­o oncologici.

«Fino a qualche anno prosegue De Manzoni - i pazienti dovevano rimanere a letto e a digiuno con sondini e cateteri per molti giorni. Oggi, invece iniziano il loro percorso di ripresa dall’intervento già dalla prima giornata postoperat­oria e, in molti casi, tornano a casa autonomi entro una settimana».

Il protocollo Eras prevede l’estubazion­e del malato già al termine dell’intervento, con trasferime­nto quasi immediato nel reparto di chirurgia, dov’è stata prevista un’area di monitoragg­io semi -intensivo. Si evita così il passaggio in rianimazio­ne, che riduce il rischio di infezioni ospedalier­e.

Particolar­e importanza riveste la fisioterap­ia. Il paziente inizia un percorso di riabilitaz­ione già prima dell’intervento, con esercizi fisici quotidiani. Un «allenament­o» che evita digiuni prolungati e il ricorso a sondini nasogastri­ci.

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Primario Giovanni De Manzoni

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