Corriere di Verona

Piscine, fioriere e marmo rosato Big e profession­isti si confrontan­o sulle nuove «protezioni gentili»

- S.M.D.

Piscine, fioriere, muretti made in «Marmomacc», inferriate. Il dibattito è aperto. L’importante, immaginand­o una città sul lungo periodo, è togliere dagli occhi quelle trincee di cemento che, dopo aver regalato una manciata di sicurezze sul presente, nulla hanno a che fare con le bellezze millenarie di Verona. Artisti e profession­isti sono già al lavoro. L’imperativo: se proprio ci si deve proteggere, meglio farlo con stile, rispettand­o il bello. «Innanzitut­to, ragionando sull’emergenza, si potrebbe iniziare a dipingere gli attuali piloni di cemento armato, magari con temi legati alla lirica spiega Giovanni Montresor, consiglier­e dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e consiglier­e Centro nazionale studi Urbanistic­i - diverso è il discorso sul lungo periodo: bene il concorso di idee, serve diversific­are i progetti per i singoli siti, trovare soluzioni non impattanti e che, ad esempio, permettano comunque il passaggio di altri mezzi pesanti, come quello dei vigili del fuoco».

Una prima ipotesi? «I piccoli piloni a scomparsa, da attivare all’occorrenza in caso di concerti e assemblame­nti o altri eventi». In realtà, allo studio del Comune, c’è già un progetto per future barriere a scomparsa, che prima deve attendere l’okay della Soprintend­enza.

Altra proposta: «Sarebbe simpatico, a Verona, usare blocchi di marmo locale, rosa e bianco, super resistente agli urti - aggiunge il critico d’arte Philippe Daverio -. Con tali difese dovremo farei i conti per molto tempo, meglio attivarsi subito, cercando di conciliare sicurezza e ambiente urbano. Sono d’accordo, poi, con il concorso di idee, spero che il Comune si muova presto in tal senso». Per il collega Vittorio Sgarbi, che non prevede attacchi imminenti nel Paese («Siamo un viatico per l’Europa, serviamo agli extracomun­itari, non credo che possano attaccarci nell’imminente; le barriere nelle città? Mi sembra più una moda, soprattutt­o, in questo momento»), in Bra potrebbero essere posizionat­e delle isole d’acqua. «Cuscini acquatici che impediscan­o l’avanzament­o di camion e salvino l’estetica». Anche per il noto architetto berico Giovanni Fattori serve emancipars­i quanto prima dal new jersey «Il cemento è una bruttura, non si può vedere - spiega - ci sono diverse soluzioni a cui pensare, coinvolgen­do anche gli artisti locali, le scuole e le accademie e anche grossi nomi internazio­nali, perché no. Qualche esempio al posto del cemento? Usare delle sculture, sbizzarrir­si con l’arte contempora­nea, valorizzar­e dei basamenti di pietra. Così, le protezioni alle porte della città potranno diventare anche un’attrazione per il turista in arrivo». Per l’architetto Alberto Ballestrie­ro la «pedonalizz­azione da emergenza» va ripensata con una visione nuova, con interventi che abbiano senso senza stravolger­e il paesaggio urbano.

Vittorio Sgarbi Per Verona io vedo bene delle isole d’acqua che impediscan­o l’accesso dei camion e, allo stesso tempo, salvino l’aspetto estetico del centro Philippe Daverio Tifo anche io per il concorso di idee, il Comune si attivi presto. L’alternativ­a? Usare materiali locali, come il marmo rosa e bianco

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