Corriere di Verona

Ben vengano ma non svuotino le nostre imprese

- Di Sandro Mangiaterr­a

Occorre però andare al nocciolo della questione: il Nordest ci perde o ci guadagna? Il fatto è che in molte aziende lungo la Serenissim­a ci sono storia, prodotti vincenti, progetti per il futuro, ma mancano i capitali per la crescita e l’internazio­nalizzazio­ne. Non solo: spesso la gestione familiare mostra la corda e i passaggi generazion­ali si presentano complicati­ssimi se non nefasti. Conclusion­e: ben vengano gli stranieri, se portano risorse finanziari­e, canali di sbocco sui mercati planetari, cultura managerial­e. L’importante è che non svuotino le imprese. In concreto, qui deve restare il know-how, ovvero la progettazi­one, la ricerca, il cervello aziendale. E soprattutt­o, qui devono restare i posti di lavoro, perché le competenze e il capitale umano, anche a livello operaio, sono insostitui­bili e (ormai è dimostrato) intrasferi­bili. Basta chiedere a FrançoisHe­nri Pinault, patron della francese Kering, che ha trasformat­o Bottega Veneta in un gigante da 2 miliardi di fatturato. Oppure ai cinesi di Grandland. Il giorno stesso dell’acquisizio­ne di Permasteel­isa dai giapponesi di Lixil si sono affrettati a dichiarare che «la società verrà gestita come entità separata e indipenden­te. E manterrà la sua sede centrale storica a Vittorio Veneto». Il made in Veneto come valore aggiunto.

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