Migliaia al corteo per Luca Famiglia e islamici in testa
Bassano, il corteo per Luca guidato dalla famiglia: «Siete tantissimi» Il leader islamico: «Infedele chi uccide, noi con voi». E lo applaudono
A migliaia hanno preso parte ieri sera a Bassano alla fiaccolata in ricordo di Luca Russo, l’ingegnere 25enne ucciso nell’attentato di Barcellona. Il corteo è stato aperto dai genitori della vittima (in foto) e dai rappresentanti della comunità islamica.
C’è chi ha chiesto al parroco dove comprare le candele da processione. Chi è venuto a mani vuote ha attinto al furgone bianco che custodiva le scorte di fiaccole ordinate dal Comune. Altri ancora hanno incollato un foglio bianco intorno a una torcia. «L’importante è fare luce nel buio, no?». Il risultato è che un fiume di luci tremolanti partite da viale dei Martiri è diventato un mare che ha riempito piazza della Libertà.
Alcune migliaia, ieri sera, hanno partecipato alla fiaccolata in ricordo di Luca Russo, il 25enne morto sulla Rambla a Barcellona. Davanti a tutti, silenziosi, commossi, impietriti, i familiari: il padre Simone, la madre Paola, avvinghiata alla sorella Chiara, la nonna, per la quale è stata portata una sedia. Vicino, il sindaco di Bassano, circondato da molti colleghi, dall’europarlamentare Mara Bizzotto e dall’assessore regionale Manuela Lanzarin: «Siamo qui per esprimere vicinanza e affetto a Luca, alla sua famiglia, alla sua fidanzata, per condannare e contrastare l’odio che ha colpito Barcellona e la nostra Città. Possiamo essere il più vicini possibile alle persone che stanno soffrendo per la morte di Luca». Un passo indietro, anche Bouchajib Tanji, presidente della Federazione Islamica del Veneto: «Sono qui in rappresentanza della mia comunità che, unita, vuole esprimere le condoglianze alla famiglia di Luca – ha detto, accolto da un applauso caloroso -. Chi l’ha ucciso ha detto di farlo nel nome dell’Islam. Non è così. Sono terroristi, non fedeli. Siamo tutti dalla stessa parte, cristiani, musulmani, e dobbiamo essere uniti. La nostra divisione è uno dei loro obiettivi». Sul palco, si sono susseguiti gli amici che hanno letto brevi saluti, ricordando quello che per loro era l’amico ormai scomparso: il compagno chiacchierone del viaggio in treno, l’amicone che proponeva la birra, il tifoso del Torino, l’innamorato di una ragazza «dal grande sorriso», Marta Scomazzon, ferita anche lei a Barcellona e ieri sera rimasta in ospedale. Per ultima a parlare, subito dopo don Andrea Guglielmi, abate di Bassano, è stata Chiara Russo, in rappresentanza della famiglia: «Luca era la mia colonna, ci siamo sempre sostenuti a vicenda. Era un guerriero. Siete tantissimi, è stupendo vedervi qui. E non ci avete mai lasciati soli».
Il saluto di Marta invece è stato portato da una sua amica. Oggi, invece, parlerà durante il funerale. Le sue condizioni di salute migliorano, come assicura Antonio Di Caprio, direttore medico dell’ospedale San Bassiano: «E’ stata visitata da più specialisti. Necessita di ulteriori accertamenti, di cure, di riposo – ha dichiarato - Ma dato il buon quadro clinico complessivo, domani (oggi ndr) Marta sarà trasferita in reparto. Per le dimissioni, invece, bisognerà attendere». Ieri mattina ha comunque voluto riabbracciare il suo Luca nella bara, come aveva chiesto con insistenza. E’ stata accompagnata nella cappella funebre dell’ospedale dove è rimasta insieme ai suoi familiari, per circa mezz’ora.