Caso Giacino e boom di estorsioni «Serve una strategia d’attacco»
Bertucco: «Il Comune si attivi sulla trasparenza»
«Un’efficace strategia di contrasto alla penetrazione del crimine organizzato che, come è noto, prolifera quando c’è opacità di procedure, debolezza di valori e difficoltà materiali». È quella che auspica il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, dopo lo studio della Cgia di Mestre sulle denunce per estorsione, che vedono il Veronese capofila veneto. « I dati sulla crescita delle richieste di pizzo nei nostri territori e delle estorsioni deve suonare come campanello d’allarme anche per l’amministrazione comunale di Verona, che sul tema legalità ha promesso molto in campagna elettorale, e dalla quale ci aspettiamo tanto», dice Bertucco. Che si rifà anche alle motivazione della Cassazione sulla condanna all’ex vicesindaco Vito Giacino.
«Nella sentenza si sottolinea la capacità di influenza e di manipolazione che un pubblico funzionario è in grado di esercitare su qualunque cittadino. E se in democrazia è compito dei cittadini eleggere persone degne e capaci, è invece responsabilità degli eletti sovrintendere al buon funzionamento dell’apparato burocratico che nel caso della vicenda dell’ex vicesindaco presenta numerose ombre. Resto infatti convinto - continua Bertucco - che Giacino non poteva operare da solo. Forse il nuovo assessore alla trasparenza potrebbe cominciare la sua opera proprio dai settori della pubblica amministrazione più a rischio, considerando che Tosi aveva negato con ogni mezzo la possibilità di ficcare il naso nelle questioni dell’urbanistica».