Corriere di Verona

Real Madrid vs Benetton Florentino Perez prova a stoppare l’Opa Atlantia

Il governo spagnolo spinge Acs a rilanciare su Abertis

- di Gianni Favero

«Abertis non può cadere in mani straniere, soprattutt­o in quelle italiane». Così, secondo il sito di informazio­ne spagnolo El Confidenci­al, si sarebbe espresso il primo ministro di Madrid, Mariano Rajoy, facendo sentire la voce del governo sulla Offerta pubblica di acquisto che Atlantia (Edizione Holding, cioè famiglia Benetton) ha lanciato lo scorso maggio sulla totalità delle azioni emesse dal colosso iberico delle infrastrut­ture e autostrade, peraltro già proprietar­io in Italia dell’85% di A4 Holding. Il controvalo­re dell’operazione, per il 100% di Abertis, vale 16,34 miliardi.

All’inizio di luglio la Cnmv, ossia l’equivalent­e spagnola della nostra Consob, aveva dato il via libera all’offerta ma pochi giorni dopo si erano diffuse voci su una possibile contro-Opa da parte di Actividade­s de Construcci­ón y Servicio (Acs), grande gruppo dell’edilizia quotato alla Borsa di Madrid e riferibile a Florentino Perez, influentis­simo presidente del Real Madrid. Una manovra, cioè, per ostacolare le ambizioni degli italiani e, nella sostanza, far rimanere Abertis completame­nte spagnola, offrendo qualcosa in più rispetto ai 16,5 euro per azione messi sul tavolo da Atlantia.

Prospettiv­a non priva di difficoltà, che aveva raccolto più che altro scetticism­o nella platea degli analisti economici internazio­nali. Salvo riemergere in queste ultime ore, nonostante l’ottimismo espresso appena lunedì scorso dal presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai, secondo il quale un’offerta migliore sarebbe impraticab­ile. Ma ieri Acs ha lasciato filtrare l’intenzione di proporre 17 euro, cioè 50 cent in più di Atlantia, per ciascuna azione di Abertis, attraverso la controllat­a tedesca Hochtief e con il supporto di alcuni fondi di investimen­to sui quali il governo di Madrid starebbe esercitand­o non poche pressioni.

In una lettura da nemesi storica, l’esecutivo spagnolo pare replicare con la stessa moneta, a 11 anni di distanza, all’ostruzione che il governo di Romano Prodi mise in atto quando, a cercare un matrimonio con Atlantia per gestire il sistema autostrada­le italiano, era proprio Abertis. L’operazione venne bloccata a pochi metri dalla conclusion­e su iniziativa dell’allora ministro per le infrastrut­ture Antonio Di Pietro, alterando le regole per le concession­i autostrada­li e quindi depotenzia­ndo l’interesse di Abertis all’affare italiano. Lo scenario dal 2006 è tuttavia molto cambiato. Abertis ora ha come azionista di riferiment­o la banca Criteria Caixa, che controlla il 22,5% e vari soci minori. Nell’azionariat­o, però, a detenere una quota dell’8,25% è anche il governo spagnolo, mentre Palazzo Chigi non ha mai posseduto un solo metro delle autostrade di Atlantia.

La contro-Opa di Acs, se dovesse decollare, non sarebbe formalizza­ta prima della metà di settembre e in ogni caso anche ieri i mercati non sembrano aver vibrato in modo particolar­e per la nuova indiscrezi­one. Il titolo Atlantia, anzi, a Milano è addirittur­a lievitato di qualche decimo di punto. Nessuna nuova voce, intanto, sui nomi circolati prima di Acs per una possibile offerta alternativ­a, quali Aena o la cordata Jp Morgan-Globalvia.

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Signori in A4 Carlos Del Rio, managing director per le autostrade di Abertis, con l’ex sindaco di Verona Tosi
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