I Baustelle stasera all’Ama Festival «Torniamo alla canzone tradizionale»
«A ll’interno della struttura classica pop, si possono fare rivoluzioni. Rispetto al disco “Fantasma”, ci siamo riappropriati di una forma canzone tradizionale, fatta di strofa e ritornello, senza vergogna». È per questo che i Baustelle hanno definito il loro ultimo, «L’amore e la violenza», «oscenamente pop». Disco che gli alfieri dell’indie d’autore porteranno sul palco questa sera dell’Ama Music Festival di Asolo (Treviso, dalle 18). Abbiamo intervistato il leader della band, Francesco Bianconi.
Un titolo forte come «L’amore e la violenza» è servito a costruire un Leitmotiv al disco?
«È un titolo che ho in testa da molti anni. Potrebbe essere I Baustelle La band indie
giusto per qualsiasi disco dei Baustelle: per me è il titolo per eccellenza».
«Ragazzina» è dedicata a sua figlia, diventare padre come l’ha cambiata?
«Cambia e aiuta ad essere pessimisti viventi, aiuta ad avere una prospettiva, a pensare alla dimensione temporale più importante, quella del futuro».
Che rapporto ha con i social network?
«Sono molto poco social. Un filosofo coreano dice che la società dei consumi annulla tutto quello che è amore, ovvero dare se stessi per l’altro. I social sono un esercizio di sfogo del proprio ego, l’annullamento degli altri. È un grande esercizio masturbatorio, è porno non eros».
Che cosa pensa del Nobel per la letteratura assegnato a Bob Dylan?
«Sono molto contento. È vero che non lo sanno in tanti, ma sono un assoluto fan di Dylan, è il mio musicista e cantante preferito, un genio assoluto dei nostri tempi».