Corriere di Verona

Ostello, lettera al premier «Intervenga lo Stato»

Il Comitato pro Ostello: «Vendendo l’immobile, la Diocesi non rispetta la volontà testamenta­ria della donatrice»

- Aldegheri

VERONA Giorgio Pasetto e il Comitato pro-Ostello di Verona hanno scritto al premier Gentiloni per la ventilata vendita di Villa Francescat­ti, sede dell’ostello della Gioventù. «Il vero proprietar­io della villa è lo Stato: le chiediamo di aprire subito un procedimen­to prima che venga venduta ad altri».

VERONA «Caro presidente Gentiloni, il vero proprietar­io di Villa Francescat­ti, sede dell’Ostello della Gioventù di Verona è lo Stato: le chiediamo quindi di aprire subito un procedimen­to amministra­tivo prima che, il 31 dicembre di quest’anno, la Villa venga venduta ad altri». Questo, in sintesi, il clamoroso appello rivolto direttamen­te al Presidente del Consiglio dei ministri da parte di Giorgio Pasetto e del Comitato pro-Ostello di Verona.

Il documento, indirizzat­o a Palazzo Chigi e, per conoscenza, al prefetto di Verona, è firmato dallo stesso Pasetto e dall’avvocato Marco Bastianell­o e spiega, in 5 fitte pagine dattiloscr­itte, le motivazion­i della richiesta, ripercorre­ndo, in pratica, una storia iniziata 73 anni fa.

Si parte dal 29 maggio 1944, quando la signora Gianna Paganini, vedova Francescat­ti, nominava quale proprio erede universale l’Istituto Sorelle della Sacra Famiglia, disponendo («sotto pena di decadenza di ogni diritto ereditario») che villa Francescat­ti fosse destinata ad Asilo infantile, o istituto per ragazzine. Le suore accettavan­o l’eredità.

Trent’anni dopo, il 2 luglio 1974, la giunta comunale di Verona (sindaco Carlo Delaini) decideva che Villa Francescat­ti doveva ospitare un nuovo Orto Botanico.

Nel 1980, però, le Sorelle della Sacra Famiglia cedevano in comodato la villa al Centro di Cooperazio­ne Giovanile Internazio­nale, nato cinque anni prima, allo scopo di farne la sede di «una casa di ospitalità e cultura per giovani italiani e stranieri». Le stesse suore, poi, nel 1993 «donavano» la Villa ereditata alla Diocesi di Verona («perché possa meglio far fronte ai problemi connessi con la gestione dell’Ostello»). E il ministero per i Beni Architetto­nici (ecco entrare in campo lo Stato) autorizzav­a la donazione solo dopo aver avuto assicurazi­one da parte del Vescovo che l’uso dell’immobile sarebbe rimasto inalterato, anche col cambio di proprietà. La Diocesi riceveva (nel 1998,

grazie alla Legge sul Piano degli interventi di interesse nazionale relativi a percorsi giubilari e pellegrina­ggi) tre miliardi e mezzo di euro per ampliare l’Ostello nella foresteria di Villa Francescat­ti, che la Diocesi stessa, nel 2006, concedeva in uso al Centro giovanile, a condizione che esso «in conformità ai suoi scopi statutari… destini e gestisca… una casa, aperta tutto l’anno, per giovani italiani e stranieri al fine di promuovere il dialogo tra culture». Poi, spiega il documento di Pasetto e Bastianell­o, la svolta. Nel 2008 per la prima volta il Vescovo parlava dell’intenzione di vendere la villa «per compensare in parte il debito della diocesi che si avvicina ai 18 milioni di euro».

E allora ecco la clamorosa richiesta che, adesso, il Comitato di Pasetto e Bastianell­o rivolge al presidente Gentiloni: poiché – dicono – la volontà testamenta­ria della vedova Francescat­ti non è stata rispettata, chiediamo sia applicato l’articolo 586 del codice civile, in base al quale in mancanza di altri eredi, l’eredità passa di diritto allo Stato. Secondo Pasetto e Bastianell­o, infatti, chi ha avuto la Villa, non rispettand­o la volontà testamenta­ria, ha perso ogni diritto, e non può quindi vendere un bel niente. E secondo i firmatari della lettera, il presidente del Consiglio, a nome dello Stato, deve aprire subito un procedimen­to amministra­tivo, tenendo presente che i tempi sono stretti, visto che la vendita dell’Ostello è prevista per la fine di quest’anno.

E la parola passa quindi a Palazzo Chigi.

La lettera Gentiloni, le chiediamo un intervento prima della vendita

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 ??  ?? La Villa e il premier A sinistra, uno scorcio di Villa Francescat­ti, messa in vendita dalla Diocesi per coprire un buso da 18 milioni. Qui sopra, il premier Paolo Gentiloni
La Villa e il premier A sinistra, uno scorcio di Villa Francescat­ti, messa in vendita dalla Diocesi per coprire un buso da 18 milioni. Qui sopra, il premier Paolo Gentiloni

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