Presidi in prestito per trenta scuole
Mancano i dirigenti, si ricorre alle reggenze. Coinvolti anche istituti «affollati»
Trenta scuole, tra istituti comprensivi e superiori si vedranno assegnare, a partire da settembre, altrettanti reggenti, ovvero presidi che hanno il posto da titolare in altre sedi. È una soluzione obbligata, in quanto, a causa della carenza di dirigenti scolastici (da anni manca il concorso) occorre sostituire chi è stato trasferito oppure è andato in pensione. Una sorte che tocca anche a realtà molto popolate, come l’Ic di Borgo Milano e il professionale Sanmicheli.
Cercansi presidi disperatamente. I pochi che ci sono vanno in pensione, altri chiedono di essere trasferiti. Nessuno (è un trend che va avanti da tre anni di seguito) chiede di essere mandato in provincia di Verona: i motivi si possono solo ipotizzare. Il risultato era atteso dall’Ufficio scolastico territoriale, quasi dato per scontato. Ma non per questo è meno sgradevole. Trenta scuole, a partire da settembre, dovranno ricorrere a un preside «a prestito».
È il meccanismo, ormai noto anche ai non addetti ai lavori, delle «reggenze», l’affidamento di una o più scuole (quasi sempre si tratta di istituti comprensivi, quindi di realtà che comprendono scuole dell’infanzia, elementari e medie) a dirigenti scolastici che sono già «titolari» di altre sedi.
La legge prevede questa possibilità come obbligatoria per le scuole sottodimensionate, ossia quelle che hanno meno di mille alunni iscritti (anche in questo caso si calcola la popolazione sommando i plessi che formano i comprensivi). Si tratta però, a Verona, come nel resto del Veneto, di un’eccezione. Ben 26 delle trenta scuole veronesi nella lista che ha pubblicato l’Ufficio scolastico regionale, risultano infatti «normodotate» (è il termine tecnico) e in certi casi addirittura anche molto popolate. Qualche esempio? L’istituto comprensivo «Stadio Borgo Milano», di cui fanno parte due scuole dell’infanzia, tre elementari e due medie: è una delle realtà a maggior densità di alunni della città. L’ormai ex preside, Paola Sigmund ha chiesto e ottenuto il trasferimento in Trentino Alto Adige (da dove proviene, ma non è stata l’unica) così la scuola sarà affidata ad un’altra dirigente, che già segue un altro comprensivo affollato come quello di Santa Lucia. Non è l’unico caso: nella lista ci sono i comprensivi di Borgo Roma Ovest ed Est (quest’ultimo è stato affidato a Marco Squarzoni, coordinatore dei presidi della Provincia, quello di Ca’ di David e quello della Valpantena. Tra le scuole della provincia, figurano, tra gli altri, gli Ic di Soave, Isola della Scala, Peschiera del Garda, Bardolino, Malcesine e il Cavalchini - Moro di Villafranca.
C’è anche un istituto superiore, il Sanmicheli che con le sue due sedi (a Veronetta e a Borgo Nuovo) è tra i più frequentati delle provincia. Lo seguirà Maria Paola Ceccato, già preside del vicino istituto Giorgi. Rientra tra le sottodimensionate, invece, l’istituto per geometri Cangrande, a causa dell’emorragia di studenti che va avanti per anni, oltre ad alcuni Ic della Bassa.
La vicinanza è stato il primo criterio seguito dall’Ufficio scolastico provinciale (i «reggenti» sono tutti comunque volontari, con un indennizzo. «Da parte loro c’è stata una grande collaborazione - spiega il dirigente dell’Ust Stefano Quaglia -. La situazione è senza precedenti. Si andrà avanti così per almeno due anni, in attesa del concorso nazionale. Speriamo che nel frattempo arrivano i dirigenti di amministrazione, che dovrebbero essere assunti a breve. Si tratta, in ogni caso, di uno sforzo extra per molti presidi: questo lavoro richiede sempre di più una dose di coraggio e di leadership».
Quaglia È una situazione senza precedenti Richiederà sforzi extra