Corriere di Verona

Frecce Tricolori, oggi lo spettacolo «Omaggeremo i morti del terrore»

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Mattia Bortoluzzi, 37 anni, originario di Tambre nel bellunese, oggi sarà là in alto nei cieli jesolani: «Pony 6» delle Frecce Tricolori ossia il leader della seconda sezione. Quando la formazione principale si suddivide in due sezioni è lui che prende il comando dei 4 velivoli che costituisc­ono il «Rombetto»: la responsabi­lità della tempistica dei ricongiung­imenti, degli incroci e delle separazion­i è sua.

Capitano, all’Air show di Jesolo, dove oggi sono attese migliaia di persone, verrà dedicato un ricordo alle vittime dell’attentato a Barcellona...

«Siamo grati alla Patruilla Aguila per questo gesto che io personalme­nte condivido appieno. Come noto anche l’Italia è stata colpita dall’attentato di Barcellona; pochi giorni fa con un volo dell’Aeronautic­a Militare sono state rimpatriat­e le salme dei due nostri connaziona­li».

Lei come esprimerà il suo «cordoglio»?

«Ovviamente sarò a bordo del mio aereo, tuttavia il mio pensiero sarà lì col pubblico».

La sua passione per il volo come nasce?

«Sono sempre stato appassiona­to di motori, auto, moto, meccanica e velocità. Terminata la scuola, durante una manifestaz­ione aerea ad Istrana, ho chiesto informazio­ni ad un pilota. È così che ho deciso di entrare in Aeronautic­a».

Come si diventa un pilota della Pattuglia acrobatica nazionale («Pan»)?

«Tutti i piloti delle Frecce Tricolori, sono piloti dell’Aeronautic­a Militare che provengono dai Reparti Operativi della linea aerotattic­a e che hanno superato la selezione per entrare a far parte del 313° Gruppo. Questo è stato anche il mio percorso: ho conseguito il brevetto di pilota Militare e sono stato istruttore di volo al 61 Stormo di Lecce Galatina; successiva­mente sono stato assegnato presso il 51° Stormo di Istrana sul velivolo AMX. Dopo qualche anno ho scelto di partecipar­e alla selezione per entrare a far parte delle Frecce Tricolori».

Ha svolto missioni all’estero prima di diventare pilota nelle Frecce?

«Ho preso parte ad esercitazi­oni internazio­nali tra cui la “Red Flag” in Nevada e ho partecipat­o anche ad operazioni reali all’estero».

Quante ore di volo compie ogni anno un pilota delle Frecce?

«I piloti delle Frecce si addestrano quotidiana­mente nel periodo invernale per essere pronti per l’inizio della stagione acrobatica durante il mese di maggio totalizzan­do circa 200 ore di volo all’anno». Ci sono figure più pericolose? «Sicurament­e le manovre sono gli incroci e i ricongiung­imenti, questi ultimi, seppure non effettuati di fronte al pubblico, sono fondamenta­li all’armonia del volo delle Frecce»

Volare in Veneto che effetto le fa?

«Una forte emozione, sempre. Volare sui cieli della propria terra è sempre motivo d’orgoglio».

Ci saranno anche suoi amici e familiari a Jesolo?

Assolutame­nte si, come sempre attenti a seguire nel dettaglio il mio volo.

Nei 15 km di litorale, tra turisti e appassiona­ti sono previste 600 mila persone: vuole dare qualche consiglio a chi vi osserverà dalla spiaggia?

«Godetevi il volo senza distrarvi facendo fotografie e filmati …». (m.za.)

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