Corriere di Verona

Preso il «rapinatore con il parrucchin­o»

Porto di Legnago, con una pistola aveva ripulito una banca. Arrestato in Emilia

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VERONA A Porto di Legnago se lo ricordano ancora in molti. Se non fosse altro per il vistoso toupet che aveva sulla testa. E per la scia di fumo - causata dall’esplosione di una mazzetta civetta messa nel bottino che saliva dalla bicicletta che ha usato per la fuga. I carabinier­i del nucleo operativo e radiomobil­e della compagnia di Legnago in realtà non ci avevano messo molto tempo a identifica­re quel rapinatore a dir poco anomalo che il 10 maggio 2016 aveva messo a segno un colpo da 7.500 euro alla filiale della Banca Popolare di Porto. Era entrato con quel camuffamen­to che, nel tempo, lo ha fatto diventare il «rapinatore con parrucchin­o». E aveva puntato contro i cassieri una pistola, probabilme­nte giocattolo. I militari, coordinati dal luogotenen­te Mauro Tenani, avevano messo insieme i dettagli delle telecamere e dato un nome e cognome all’autore di quel colpo. Ma quando Gianpietro Ghirardell­o, 66enne originario di Badia Polesine

e fuggito qualche tempo prima mentre era sottoposto a regime detentivo alla Casa di Lavoro di Castelfran­co Emilia , aveva capito che gli investigat­ori erano sulle sue tracce, è diventato uccel di bosco. Almeno fino a lunedì, quando i carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Ravenna lo hanno arrestato a Voltana di Lugo dove è accusato di aver compiuto una rapina l’11 marzo 2016, seguita - 18 giorni dopo - da un’altra, messa a segno a Ravenna. I militari ravvenati gli hanno anche notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a luglio 2016 per il colpo di Porto di Legnago.

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In azione Ghirardell­o a Legnago

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