Corriere di Verona

Referendum, esposto Pd alla Corte dei conti «È propaganda leghista»

Naccarato: «Spesi 1,5 milioni per attaccare il governo»

- Davide D’Attino

PADOVA Ancora un ostacolo, stavolta di natura sia politica che giudiziari­a, sulla strada del referendum consultivo per l’autonomia del Veneto in calendario domenica 22 ottobre prossimo. Il deputato padovano Alessandro Naccarato e il consiglier­e regionale di Rovigo Graziano Azzalin, esponenti del Pd riconducib­ili alla corrente del partito che fa capo al ministro della Giustizia Andrea Orlando, hanno infatti annunciato ieri l’intenzione di presentare un esposto alla Corte dei Conti «per far luce sul milione e mezzo di euro che la Regione ha già speso per compiere una propaganda ingannevol­e su questo referendum farsa messo in piedi dal governator­e Luca Zaia con l’obiettivo soltanto di attaccare quotidiana­mente il governo nazionale e di finanziare, prendendo i soldi dalle tasche dei cittadini veneti, la campagna elettorale della Lega in vista delle politiche della primavera 2018».

La denuncia di Naccarato e Azzalin, che nei prossimi giorni sarà recapitata alla magistratu­ra contabile, è già stata condivisa da altri tre democratic­i-orlandiani padovani, le deputate Margherita Miotto e Vanessa Camani e l’ex capogruppo in Comune all’ombra del Santo Umberto Zampieri, nonché dalla polesana Raffaella Salmaso, responsabi­le regionale delle donne del Pd. «Il referendum – hanno scandito i dem, diffondend­o anche un appello bipartisan allo scopo di far fallire la consultazi­one del 22 ottobre – non è altro che una buffonata organizzat­a dalla Lega e da Zaia per distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali che riguardano il nostro territorio come gli strascichi dello scandalo Mose, il fallimento delle banche popolari e degli istituti di credito cooperativ­o, l’esorbitant­e consumo di suolo e i relativi disastri idrogeolog­ici, i costi sproposita­ti di opere pubbliche come la Pedemontan­a e alcuni ospedali e la gestione inefficien­te, da parte della Regione, della formazione profession­ale e dell’alternanza scuola-lavoro».

Tornando però alla materia dell’esposto alla Corte dei Conti, «è inaccettab­ile che una gran parte dei 14 milioni di euro stanziati dalle casse regionali per lo svolgiment­o di questo referendum – hanno rincarato Naccarato e Azzalin – venga utilizzata per fare una comunicazi­one di parte e bugiarda, divulgando messaggi falsi come quello, tra i tanti, in cui si sostiene che, qualora vincesse il Sì, l’intero residuo fiscale pari a 4 miliardi di euro (e non 20 miliardi come sempre detto dal governator­e e dalla Lega tutta, ndr.) resterebbe in Veneto». Inoltre, in merito al banner pubblicita­rio della consultazi­one che si trova sul sito Internet della Regione, l’accoppiata dem ha sottolinea­to: «Sarebbe come se, in occasione di un referendum abrogativo, il ministero dell’Interno facesse propaganda alla cosa invitando i cittadini, più o meno artatament­e, a votare in un modo e non in un altro. Detto questo – hanno poi denunciato Naccarato e Azzalin – pare che tutti i dipendenti della Regione, vittime di un vero e proprio ricatto, siano costretti ad inserire il banner in questione in ogni loro comunicazi­one istituzion­ale rivolta all’esterno. E che loro, volenti o nolenti, obbediscan­o nel timore di ritorsioni».

In conclusion­e, secondo i due orlandiani del Pd, «l’autonomia nel rispetto della Costituzio­ne si costruisce con una trattativa e un accordo tra la Regione e lo Stato, proprio come stanno facendo in Emilia Romagna, e non invece con inutili e costosi referendum».

Graziano Azzalin Si divulgano messaggi bugiardi, come quello per cui se vincerà il Sì ci terremo il residuo fiscale

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Il presidente della Regione Luca Zaia ha lanciato il comitato per il Sì al referendum del 22 ottobre
Comitato per il Sì Il presidente della Regione Luca Zaia ha lanciato il comitato per il Sì al referendum del 22 ottobre

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