Corriere di Verona

Roghi in tangenzial­e e in Zai: quei precedenti che inquietano

- Annamaria Schiano

Centinaia di migliaia di euro di danni, super impegno per i vigili del fuoco, aziende messe letteralme­nte in ginocchio e un fantasma che aleggia minaccioso dietro ogni episodio. Quello della ritorsione da parte della criminalit­à organizzat­a, della vendetta da parte di chi ritiene che le vittime non abbiano rispettato i patti. Le indagini, fino ad oggi, non hanno ancora provato con certezza il collegamen­to tra le fiamme e la mano della mafia, ma (soprattutt­o nei mesi scorsi) il tema è stato di quelli letteralme­nte «roventi» con tanto di interrogaz­ioni parlamenta­ri e appelli alla Direzione distrettua­le antimafia. Quello della scorsa notte ad Albarè di Costermano, infatti, è solo l’ultimo episodio di una scia di roghi che colpiscono il settore dell’autotraspo­rto nel Veronese. L’ultima volta, l’11 dicembre, a bruciare erano stati 16 motrici e tre semirimorc­hi della Alfa Trasporti della famiglia Soave, parcheggia­ti in uno spiazzo dietro a un distributo­re lungo la tangenzial­e Sud. E nella stessa notte in Zai avevano dato alle fiamme anche altri cinque camion di altrettant­i trasportat­ori originari dello Sri Lanka che lavoravano per la ditta Kendy, già vittima di un simile attacco nel febbraio del 2015, in un piazzale di via della Tecnica, alla Bassona. Anche per la Alfa Trasporti, quello di dicembre è stato un triste déjàvu: il 24 ottobre 2016, nello stesso piazzale dietro al distributo­re lungo la tangenzial­e, qualcuno aveva bruciato cinque Tir. interessat­a, ha assistito fino a notte alle operazioni di intervento dei vigili del fuoco: «Intorno alle 22 abbiamo sentito un boato – spiega – e dopo pochi minuti andavano a fuoco tutti i camion. Dieci minuti prima era passato davanti alla HB un conoscente, ma era tutto a posto. Non sappiamo spiegarci il fatto, la ditta è seria». A preoccupar­e molto è stato anche il traliccio dell’alta tensione che si trova proprio alle spalle della ditta di trasporti: le fiamme avrebbero potuto raggiunger­lo, se solo si fosse girato il vento, provocando danni ingenti sulla linea elettrica. I vigili del fuoco erano già nei dintorni quando è partito l’allarme in via dell’Artigiano, perché erano intervenut­i alle 21,25 a circa un chilometro di distanza in via Pigno, in territorio di Affi: lì stava bruciando una tettoia esterna ad un rustico contadino. Semplice coincidenz­a o fatti da collegare? Intanto, Vincendo D’Arienzo, deputato Pd, va dritto sull’ipotesi di intimidazi­one mafiosa ad Albarè: «L’ennesimo incendio a mezzi di aziende del settore trasporti testimonia la capacità della criminalit­à organizzat­a di agire sul nostro territorio. Questo ultimo attacco incendiari­o ha le medesime caratteris­tiche, e forse gli stessi esecutori e mandanti, di tutti gli altri».

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