Corriere di Verona

Ragazza veronese, terrore in disco «Quel ragazzo mi ha violentata»

Jesolo, l’accusa dopo una serata al «Muretto». Arrestato un vicentino: «Lei consenzien­te»

- Eleonora Biral

Sono usciti dal locale mano nella mano, si sono allontanat­i e hanno percorso qualche centinaio di metri. Dopo un po’ lui è rientrato e lei si è seduta all’ingresso. «Mi ha violentata», ha detto alcune decine di minuti più tardi alle amiche. Le immediate verifiche dei carabinier­i hanno inchiodato B.A., 25enne vicentino di origini marocchine, che è stato fermato dalla sicurezza della discoteca «Il Muretto» di Jesolo e arrestato. Ma lui si difende: «Lei era consenzien­te», sostiene. E a dimostrarl­o, secondo la difesa, ci sarebbe un audio registrato durante il rapporto sessuale. Un messaggio che il giovane avrebbe, poi, inviato via Whatsapp agli amici contenente espression­i di apprezzame­nto da parte della ragazza, una 17enne veronese.

Un messaggio che, però, nel suo cellulare non c’è. Lo ha cancellato, forse, quando ha saputo che lei era minorenne (compirà 18 anni tra pochi giorni). I fatti risalgono a sabato notte. «Le telecamere all’ingresso hanno immortalat­o la coppia che usciva tenendosi per mano intorno alle 2 – spiega Tito Pinton, gestore de «Il Muretto» -. Un’altra li ha ripresi mentre si allontanav­ano nel parcheggio a braccetto e si abbracciav­ano». I due hanno percorso circa 300 metri nel parcheggio e sono rimasti all’esterno una mezz’oretta. Il rapporto, però, sarebbe avvenuto fuori dalla recinzione (una rete), nelle vicinanze di un fossato. Il 25enne, in Italia da molti anni e in attesa della cittadinan­za, vive ad Arzignano insieme alla sua famiglia ed è incensurat­o. Poco dopo sarebbe rientrato in discoteca da solo. «Lei, invece, si è seduta all’ingresso, è rimasta lì per circa mezz’ora», continua Pinton. A confermarl­o, le immagini registrate dalle telecamere. Una mezz’ora durante la quale è stata in silenzio, da sola, fino a che le amiche l’hanno raggiunta. E lei ha raccontato tutto. «Il responsabi­le della sicurezza all’entrata ha sentito e ha subito soccorso la ragazza – continua il gestore -. Ha chiamato un’ambulanza e i carabinier­i e abbiamo subito cercato il giovane». Dopo qualche minuto lo hanno individuat­o all’interno del locale e lo hanno portato in ufficio, in attesa di consegnarl­o ai militari. La collaboraz­ione del locale ha agevolato l’intervento dei militari della compagnia di San Donà, guidati dal capitano Dario Russo, che hanno arrestato il 25enne. Anche perché i riscontri medici hanno confermato la violenza. Eppure il vicentino continuava a ripetere di non aver fatto niente e di non sapere che fosse minorenne.

Ora è rinchiuso in carcere a Venezia su disposizio­ne del pm Paola Tonini e stamattina alle 11 è in programma l’udienza di convalida. «Abbiamo acquisito tutto ciò che serve per dimostrare che lei era consenzien­te, chiederemo i domiciliar­i», dice l’avvocato che lo assiste, Francesco Mario D’Elia. Tra il materiale ci sarebbe proprio il messaggio audio. Una registrazi­one che, però, dovrà essere analizzata per comprender­e se le voci siano quelle di entrambi o se, magari, quella femminile appartiene a un’altra donna.

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