Corriere di Verona

Ex popolari, 40 mila prestiti a rischio «La Sga diventi subito operativa»

Venti giorni per cedere i crediti. Bonomo (artigiani): «Quadro sempre più complicato»

- Federico Nicoletti

Quarantami­la prestiti incagliati o scaduti, altrettant­i già revocati e in sofferenza. E metà di tutto a Nordest, di fatto in Veneto. Il sistema produttivo riapre dopo Ferragosto e ritrova sul tavolo uno dei nodi fin qui accantonat­i della liquidazio­ne di Popolare Vicenza e Veneto Banca del 25 giugno: la gestione dei 7 miliardi di crediti deteriorat­i. Affidament­i di aziende in difficoltà, ma prestiti ancora aperti, non revocati, a differenza dei 9 miliardi di sofferenze, anch’esse nelle due Liquidazio­ni coatte amministra­tive, a differenza dei prestiti in bonis transitati in Intesa Sanpaolo. Nodo destinato ad arrivare al pettine, con il riavvio del sistema produttivo. In ballo la possibilit­à o meno di recuperare le aziende in difficoltà, di rimetterle in bonis o di vederle chiudere. E dietro quei 9 e 7 miliardi ci sono, secondo alcune prime stime compiute intorno alle due ex popolari ora in liquidazio­ne, 80 mila posizioni. Il cui centro sono le 40 mila salvabili, la metà almeno, secondo queste prime stime, in Veneto.

A differenza dei crediti in bonis dichiarati ad alto rischio da Intesa, il quadro resta difficile. La ricognizio­ne della qualità dei prestiti, per vedere quali Intesa scarterà alle liquidazio­ni, è in corso e dovrebbe chiudersi a dicembre. I contatti tra categorie economiche e la task force di Intesa che gestisce l’integrazio­ne delle ex popolari sono rodati. «A quel che ne sappiamo, anche ad agosto è andato avanti il lavoro di revisione posizione per posizione. Negli incontri già previsti a metà settembre, ci attendiamo di analizzare il dettaglio e vedere come intervenir­e, anche con i Confidi, a sostegno delle situazioni - dice il leader regionale di Confartigi­anato, Agostino Bonomo, che coordina artigiani, commercian­ti e agricoltor­i al tavolo con Intesa -. Il fronte complicato è quello di Sga. Ogni giorno che passa rende la situazione più complicata».

A preoccupar­e sono soprattutt­o i tempi con cui la Sga, l’ex società che ha gestito i crediti del fallimento del Banco di Napoli e che ora, divenuta del Tesoro, sarà messa in condizione di avviare in concreto la gestione dei deteriorat­i. Il nodo sta qui, ancor più se Sga avrà o no la licenza bancaria, per poter dare anche nuovi prestiti negli accordi di ristruttur­azione dei crediti. Anche un intermedia­rio vigilato, dicono alcune fonti, potrà garantire nuovo credito, pur se in modo controllat­o. E comunque, come fanno notare gli avvocati del ramo, nei piani di ristruttur­azione già da tempo anche le banche non ne concedono. La vera questione resta la rapidità d’intervento, perché o gli accordi di ristruttur­azione si chiudono in breve, o le società in difficoltà vanno al fallimento. E la situazione non permette di essere molto ottimisti.

Secondo fonti intorno alle Liquidazio­ni delle due ex popolari, ci vorrà ancora una ventina di giorni per firmare i contratti di cessione dei crediti dalle Liquidazio­ni alla Sga e vedere il decreto di assegnazio­ne del ministero dell’Economia. E il modello operativo di Sga è ancora da mettere a fuoco, al di là che già si ipotizzi - secondo uno schema già visto anche in Sga che i dipendenti di Bpvi e Veneto Banca che seguivano le ristruttur­azioni, ora in Intesa, siano distaccati alla società per dare continuità alle pratiche. E cioé se la società gestirà tutto in casa, o affiderà parte dei portafogli a società specializz­ate, o se lo farà completame­nte, com’è stato per Rev, la società che ha gestito i crediti di Etruria e delle altre tre banche liquidate a fine 2015. «L’aspetto positivo, sul doppio fronte Liquidazio­niSga, è di avere due manager d’esperienza e che conoscono in concreto la situazione, come Fabrizio Viola e Marina Natale sostiene Bonomo -. Ma è chiaro che Sga va resa operativa in fretta». Bonomo guarda in prospettiv­a anche ai recenti dati congiuntur­ali di Unioncamer­e Veneto, che per il terzo trimestre segnala attese in calo dalle imprese su ordini e fatturato: «La situazione d’incertezza sul fronte bancario rischia di pesare in un quadro già non facile».

 ??  ?? Svolta L’assemblea di Veneto Banca del 26 aprile 2014, che segnò il passaggio di consegne tra i cda Trinca e Favotto
Svolta L’assemblea di Veneto Banca del 26 aprile 2014, che segnò il passaggio di consegne tra i cda Trinca e Favotto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy