Corriere di Verona

La critica di Dainelli «Con la Lazio noi poco cinici»

- M.S.

Il primo premio per il cinismo, spesso, vale anche il premio partita. E cioè: puoi giocare «oggettivam­ente una buona gara». Ma può succedere che, al terzo tiro biancocele­ste nello specchio della porta e a 2’ dalla fine, Milinkovic (troppo solo) peschi «un gran gol». E può succedere, ancora, che il tuo pungiglion­e, prima e dopo quel gol, non sia abbastanza affilato da spostare la bilancia di qua: «Non siamo stati altrettant­o cinici in alcune occasioni». E insomma, alla fine, seguendo il passo dei pensieri di Dario Dainelli – era la 427esima partita in A, per il 38enne centrale toscano – si arriva al primo stop stagionale, due giorni fa, del Chievo, andato sotto con la Lazio per una lettura sbagliata di Sorrentino in uscita, bravo a rimetterla in piedi col primo graffio in gialloblù di Pucciarell­i (15esimo gol personale su 106 gare in A) e sgridato da Milinkovic a un amen dal gong. «Buona gara, soprattutt­o nel primo tempo: corti, pochi spazi concessi tra le linee, più di una difficoltà creata alla loro difesa – riflette Dainelli –. Poi un po’ più disuniti nel finale, ma sono momenti che ci stanno, purtroppo lì Milinkovic…». Dopo il 2 a 1 di Udine – due reti su quattro tiri in porta – il Chievo esce senza gettoni da un match che l’ha visto premere parecchio. Vedi le statistich­e finali: tiri totali, 12-11; tiri in porta 6-3, due di Castro e Inglese, uno di Birsa (5-1 se isoliamo i tiri in porta da dentro l’area); occasioni da gol, 8-9 (3 per Castro, 2 per Inglese e Pucciarell­i). La Lazio sarà stata più efficace, e a tratti pure più pericolosa, ma quanto a conclusion­i, il Chievo ha fatto di più. E si torna, così, su un tema, la giustezza negli ultimi 16 metri, ancora attuale, specie da quando il ko di Meggiorini riduce le principali soluzioni offensive a Inglese (che nel suo percorso di crescita cerca proprio la continuità sottoporta), Pellissier (38 anni, sempre in lotta col tempo che passa) e appunto Pucciarell­i, non certo bomber per dna. Logico, in questo contesto, il peso dei centrocamp­isti col piede fine, ossia Birsa e Castro, ottimi con la Lazio ma senza pungere. Al contrario di Udine, ricapitola­ndo, al Chievo è mancato l’affondo. E adesso resta da capire se, entro le 23 di dopodomani, il mercato, là davanti ma non solo, regalerà a Maran carte in più da sfruttare a gara in corso. Se per la difesa si

Dario Dainelli Buona gara, ma ci siamo disuniti nel finale e Milinkovic Savic ci ha punito con un gran tiro

stringe su Peluso del Sassuolo (in mediana, invece, l’Empoli sembra trattenere Krunic), per l’attacco ballano il 26enne Giannetti del Cagliari (lì in Sardegna, gerarchica­mente, è il quinto attaccante) e, dalla Francia, il giovane polacco Stepinski del Nantes. Aspettando giovedì e il rientro a novembre di Meggiorini, Maran fin qui conta dunque tre punte principali per due posti (Inglese, Pucciarrel­li, Pellissier) e dalla panchina le baby alternativ­e Vignato (17 anni, esordio in A la scorsa stagione) e Leris.

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