Hellas a picco, Pecchia è già in discussione
Dopo l’imbarcata con la Fiorentina il tecnico viene contestato Dai grandi ex inviti alla prudenza: «Il campionato è appena iniziato»
L’Hellas cola a picco, Fabio Pecchia finisce al centro del mirino della contestazione del Bentegodi, la squadra mostra una debolezza sconcertante che fa già squillare le sirene d’allarme. Il 5-0 incassato domenica ha scatenato anticipati de profundis sulle sorti del Verona. Le critiche: allenatore inadeguato, organico scadente , società assente.
L’Hellas cola a picco con la Fiorentina, Fabio Pecchia finisce al centro del mirino della contestazione del Bentegodi, il Verona mostra una debolezza sconcertante che fa già squillare le sirene d’allarme. Il 5-0 incassato domenica ha scatenato anticipati de profundis sulle sorti della squadra gialloblù. Allenatore inadeguato, organico scadente (Nicolas tra i più bersagliati), società assente: l’elenco delle critiche è ampio.
La presenza di Mimmo Di Carlo in tribuna ha già fatto scattare il toto-panchina, con le voci che portano anche ai nomi di Stefano Colantuono, Beppe Iachini e Serse Cosmi ove Pecchia non dovesse ottenere dei risultati positivi di qui alla sosta di ottobre, preceduta dalle partite con Roma, Sampdoria, Lazio e Torino. Nulla di concreto, in realtà: la fiducia nel tecnico da parte del club non traballa, ma urge rialzare la testa già dalla prossima trasferta, sabato all’Olimpico. Giancarlo Marocchi, ex giocatore di Juventus e Bologna e ora qualificato opinionista per Sky, dopo la gara con la Fiorentina, ha commentato: «Al di là delle scelte di Pecchia, che fa quello che può, il Verona accusa un’evidente povertà tecnica».
Un sasso gettato nello stagno. Marino Magrin, all’Hellas dal 1989 al 1992, commenta: «Attenzione a non gettare via tutto subito. La mia esperienza di giocatore suggerisce il contrario. Nel 1984 ero all’Atalanta e nelle prime giornate, pur muovendo la classifica con alcuni pareggi, uscimmo con delle severissime lezioni dalle partite con la Juventus e la Fiorentina: un 5-1 e un 5-0, sconfitte pesanti. Poi ci salvammo con tranquillità. Il problema è che il salto in A è duro da assorbire. Ritengo che tutti, dal tecnico ai giocatori, debbano ragionare in maniere diversa». Aggiunge Magrin: «Occorre tutt’altra attenzione, soprattutto in difesa, e magari, sul piano tattico, rischiare di meno, perché in B puoi permetterti qualche errore senza pagarne lo scotto, mentre in Serie A non te la cavi: non ti perdonano nemmeno il minimo sbaglio e con la Fiorentina lo avranno capito tutti. Prima lo si impara, meglio è. Non buttiamo via ogni cosa: avevo visto il Verona all’esordio con il Napoli e, pur perdendo, non mi era dispiaciuto affatto. Pensiamo, invece, alla prossima, difficilissima partita con la Roma e a non cadere nella trappola della delusione di questo periodo».
Mauro Gibellini ha vestito la maglia del Verona nel 1981-82, in B, e per alcuni mesi nella stagione successiva, in Serie A. Dell’Hellas è stato in due periodi distinti il direttore sportivo. Dice: «Il Verona viene da un’estate difficile, cominciata con il caso Cassano, che ha destabilizzato l’ambiente. In buona fede sono state fatte delle scelte che per ora non hanno dato i risultati sperati. La stessa società, d’altronde, ha chiarito a più riprese che le risorse investite non avrebbero potuto essere molte e questo ha inciso sulla costruzione dell’organico: chi gestiva il mercato non poteva operare in altro modo e ha dovuto fare di necessità virtù». Prosegue Gibellini:
Magrin Il salto in A è duro da assorbire, ma non va buttato via tutto subito
Gibellini I soldi sono pochi e il caso Cassano ha destabilizzato l’ambiente Tutti sotto accusa Giocatori, tecnico, società: il pokerissimo della Fiorentina mette tutti in discussione
«Si sa che quando ti trovi in una categoria come la Serie A può succedere di andare incontro a situazioni complicate, in cui si manifesta una notevole sofferenza tecnica per il margine qualitativo inferiore rispetto agli avversari. Però, non credo che il vero Verona sia quello visto con la Fiorentina, in cui a mancare del tutto è stato l’aspetto caratteriale. Ricordiamoci anche che l’obiettivo dell’Hellas è e resta soltanto la salvezza: c’è bisogno di comunione d’intenti per raggiungerla. Non sono d’accordo sul fatto che Pecchia venga messo in discussione, perché è un allenatore che ha delle buone idee di calcio che hanno permesso al Verona di essere promosso in A. Certo, anche lui dovrà dimostrare di più e trovare delle soluzioni efficaci per migliorare il rendimento della squadra».
Beniamino Vignola, che nell’Hellas è cresciuto, passando per le giovanili per poi debuttare da professionista nel 1979 e tornare in gialloblù nel 1985-86 dopo essere stato ad Avellino e alla Juventus, osserva: «Le responsabilità non sono da addebitare in via esclusiva alla società o al tecnico, piuttosto che ai giocatori. Sono diffuse, ma soprattutto va compreso che la Serie A è un altro contesto rispetto a quello in cui era il Verona l’anno scorso. È lampante che sul mercato sia stato fatto poco, cosa che è dovuta alle ridotte disponibilità economiche e che non è una sorpresa, e non c’è dubbio che ci siano delle carenze che si sono palesate per intero nella partita con la Fiorentina: così com’è, l’Hellas non è competitivo, il che non significa che non possa essere più adeguato con il passare delle giornate. Il campionato non è finito domenica».