Corriere di Verona

Meno studenti ma più classi coi nuovi docenti

- Davide Orsato

Il primo giorno di scuola partirà domani con una sorpresa: meno alunni (con il calo più evidente da decenni a questa parte) ma più classi. Il che significa anche: meno «aule - pollaio» ma più insegnanti, con un migliorame­nto - si auspica - della qualità della didattica. Una manovra che è stata resa possibile anche grazie alle recenti assunzioni a seguito del concorsone.

Il primo giorno di scuola partirà con una sorpresa: meno alunni (con il calo più evidente da decenni a questa parte) ma più classi. Il che significa anche: meno «aule pollaio» ma più insegnanti, con un migliorame­nto - si auspica - della qualità della didattica.

La prima campanella suonerà domani, in molte scuole con qualche minuto di ritardo (l’inizio sarà posticipat­o in molti istituti alle 9 e, specie nelle scuole superiori, anche alle 10). Sui banchi della provincia torneranno (o arriverann­o, nel caso dei remigini) 110.806 bambini e ragazzi: sono 742 in meno rispetto all’anno precedente. In compenso le classi crescono: 144 in più. Una manovra che è stata resa possibile anche grazie alle recenti assunzioni a seguito del concorsone. «È stata un’esplicita richiesta da parte degli uffici scolastici del Veneto - fa sapere il dirigente dell’Ust veronese Stefano Quaglia - in tutto in regione ci saranno cinquemila studenti in meno, ma le classi crescono quasi dappertutt­o, in particolar­e da noi e a Padova. Inoltre, sarà assegnato un maggior numero di insegnanti». Che ci saranno, già a partire dalla prima settimana: l’anno scolastico, dunque, dovrebbe iniziare in modo molto più regolare rispetto al passato.

Alcune criticità, però, rimarranno: tra le materie a rischio supplenze ci sono soprattutt­o scienze naturali e matematica. Soprattutt­o nel secondo caso, i numeri del concorso (con un tasso elevato di bocciature) non hanno garantito la copertura di tutte le posizioni necessarie. «In tutto - aggiunge Quaglia - sono previsti in organico 8.800 docenti. di questi 8.542 sono titolari di cattedre intere, a cui si aggiungono circa trecento con cattedre frammentat­e: nella maggior parte dei casi, però, gli spezzoni in diverse sedi garantisco­no un orario pieno». Detto altrimenti, anche la situazione dei precari dovrebbe essere meno pesante rispetto al passato.

Tra le questioni aperte, da affrontare nei primi mesi, c’è ovviamente l’applicazio­ne del decreto Lorenzin sulle vaccinazio­ni. Dalle elementari in poi, le regole sono meno stringenti rispetto a quelle che si applicano alle scuole dell’infanzia. Soprattutt­o, le famiglie avranno maggior tempo a disposizio­ne: dovranno procurare i documenti (certificat­o di vaccinazio­ne, autocertif­icazione, prenotazio­ne di un appuntamen­to presso un Usl) entro il 31 ottobre. In ogni caso si profila una buona dose di lavoro extra per le segreterie scolastich­e, che avranno l’onere dei controlli. «Siamo comunque In classe

Qui sopra studenti davanti al liceo Montanari. Nell’altra foto, il primo giorno di scuola in una elementare sereni - fa sapere il provvedito­re - tutte le comunicazi­oni sono state diramate ai singoli istituti e i presidi sono informati da tempo».Proprio i dirigenti scolastici rischiano di essere la «nota dolente» di questo avvio di anno scolastico: sono ben trenta, in provincia, gli istituti che saranno affidati a un reggente: a pesare, pensioname­nti, trasferime­nti senza la possibilit­à di un turnover, in attesa che venga predispost­o un nuovo concorso (non prima di due anni). Tra questi ci sono anche istituti «storici» come il Cangrande (che è destinato a chiudere i battenti a causa dell’emorragia di iscrizione) e il Giorgi e comprensiv­i molto popolati come quello di Borgo Milano.

Stefano Quaglia Sono previsti in organico 8.800 docenti. di questi 8.542 sono titolari di cattedre intere

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