Meno studenti ma più classi coi nuovi docenti
Il primo giorno di scuola partirà domani con una sorpresa: meno alunni (con il calo più evidente da decenni a questa parte) ma più classi. Il che significa anche: meno «aule - pollaio» ma più insegnanti, con un miglioramento - si auspica - della qualità della didattica. Una manovra che è stata resa possibile anche grazie alle recenti assunzioni a seguito del concorsone.
Il primo giorno di scuola partirà con una sorpresa: meno alunni (con il calo più evidente da decenni a questa parte) ma più classi. Il che significa anche: meno «aule pollaio» ma più insegnanti, con un miglioramento - si auspica - della qualità della didattica.
La prima campanella suonerà domani, in molte scuole con qualche minuto di ritardo (l’inizio sarà posticipato in molti istituti alle 9 e, specie nelle scuole superiori, anche alle 10). Sui banchi della provincia torneranno (o arriveranno, nel caso dei remigini) 110.806 bambini e ragazzi: sono 742 in meno rispetto all’anno precedente. In compenso le classi crescono: 144 in più. Una manovra che è stata resa possibile anche grazie alle recenti assunzioni a seguito del concorsone. «È stata un’esplicita richiesta da parte degli uffici scolastici del Veneto - fa sapere il dirigente dell’Ust veronese Stefano Quaglia - in tutto in regione ci saranno cinquemila studenti in meno, ma le classi crescono quasi dappertutto, in particolare da noi e a Padova. Inoltre, sarà assegnato un maggior numero di insegnanti». Che ci saranno, già a partire dalla prima settimana: l’anno scolastico, dunque, dovrebbe iniziare in modo molto più regolare rispetto al passato.
Alcune criticità, però, rimarranno: tra le materie a rischio supplenze ci sono soprattutto scienze naturali e matematica. Soprattutto nel secondo caso, i numeri del concorso (con un tasso elevato di bocciature) non hanno garantito la copertura di tutte le posizioni necessarie. «In tutto - aggiunge Quaglia - sono previsti in organico 8.800 docenti. di questi 8.542 sono titolari di cattedre intere, a cui si aggiungono circa trecento con cattedre frammentate: nella maggior parte dei casi, però, gli spezzoni in diverse sedi garantiscono un orario pieno». Detto altrimenti, anche la situazione dei precari dovrebbe essere meno pesante rispetto al passato.
Tra le questioni aperte, da affrontare nei primi mesi, c’è ovviamente l’applicazione del decreto Lorenzin sulle vaccinazioni. Dalle elementari in poi, le regole sono meno stringenti rispetto a quelle che si applicano alle scuole dell’infanzia. Soprattutto, le famiglie avranno maggior tempo a disposizione: dovranno procurare i documenti (certificato di vaccinazione, autocertificazione, prenotazione di un appuntamento presso un Usl) entro il 31 ottobre. In ogni caso si profila una buona dose di lavoro extra per le segreterie scolastiche, che avranno l’onere dei controlli. «Siamo comunque In classe
Qui sopra studenti davanti al liceo Montanari. Nell’altra foto, il primo giorno di scuola in una elementare sereni - fa sapere il provveditore - tutte le comunicazioni sono state diramate ai singoli istituti e i presidi sono informati da tempo».Proprio i dirigenti scolastici rischiano di essere la «nota dolente» di questo avvio di anno scolastico: sono ben trenta, in provincia, gli istituti che saranno affidati a un reggente: a pesare, pensionamenti, trasferimenti senza la possibilità di un turnover, in attesa che venga predisposto un nuovo concorso (non prima di due anni). Tra questi ci sono anche istituti «storici» come il Cangrande (che è destinato a chiudere i battenti a causa dell’emorragia di iscrizione) e il Giorgi e comprensivi molto popolati come quello di Borgo Milano.
Stefano Quaglia Sono previsti in organico 8.800 docenti. di questi 8.542 sono titolari di cattedre intere