Corriere di Verona

Bimbi rifiutati in due materne del Veronese

- D.O.

Nuove segnalazio­ni di bambini rifiutati, stavolta nelle scuole materne gestite dalla Fism. È avvenuto in almeno due scuole (sulle oltre cento gestite da parrocchie e congregazi­oni religiose) della provincia: una in comune di Castelnuov­o del Garda, l’altra in comune di Villafranc­a.

Dopo le comunali è toccato alle scuole materne della Fism, la rete con maggiore diffusione in Veneto e in provincia di Verona. Ieri è stato il primo giorno per i loro alunni, bambini dai 3 ai 6 anni e, puntualmen­te, si è riproposta la questione vaccini. E non sono mancate le segnalazio­ni, da parte di alcuni genitori, di «rifiuti» davanti all’ingresso, perché non in regola con la documentaz­ione alla luce del decreto Lorenzin. È avvenuto in almeno due scuole (sulle oltre cento gestite da parrocchie e congregazi­oni religiose) della provincia: una in comune di Castelnuov­o del Garda, l’altra in comune di Villafranc­a. I genitori avrebbero portato, a detta delle scuole, della documentaz­ione «non sufficient­e e non adeguata a quanto raccomanda­to dal decreto». Ben diversa, però la ricostruzi­one del Corvelva, il comitato veneto per la libertà di vaccinazio­ne, che ha raccolto alcune delle segnalazio­ni: «Ci sono delle scuole associate alla Fism rende noto il comitato - che hanno rifiutato l’ingresso ai bambini i cui genitori avevano presentato la ricevuta della posta elettronic­a certificat­a, oppure della raccomanda­ta: una modalità chiarament­e prevista dalla legge». La stessa per cui hanno optato le mamme ed i papà «ribelli» delle scuole comunali, dopo un primo diniego. In sostanza, si comunica alla scuola di avere preso un appuntamen­to presso il distretto dell’Usl per un colloquio con i medici, esibendo la ricevuta come «prova». Le scuole Fism in questione, però, avrebbero preteso anche l’autocertif­icazione, ossia un documento firmato con cui si attesta che sarà effettuata la vaccinazio­ne (e che può essere tranquilla­mente presentato in attesa di una futura regolarizz­azione). È qui che iniziano i problemi: «Le nostre insegnanti - fa sapere Lucio Garonzi, direttore di Fism Verona - ci hanno segnalato che i documenti presentati erano spesso difformi da quanto previsto dalla legge. C’è chi, ad esempio, ha voluto sottolinea­re che, pur avendo prenotato il colloquio, si riserverà di non vaccinare il proprio figlio. Questo ha creato più di una perplessit­à tra le insegnanti». Quanto accaduto ieri, però, assicura Garonzi, non si ripeterà. «Abbiamo fatto il possibile per rispondere ai dubbi delle maestre e dei genitori: tutte i bambini le cui presentera­nno la ricevuta di una Pec o di una raccomanda­to oppure un’autocertif­icazione saranno accettati. Va però sottolinea­to che rimane il termine del 10 marzo per mettersi in regola con le vaccinazio­ni». Insomma, servirà a poco mettere nero su bianco l’intenzione di non vaccinare comunque il proprio figlio: l’allontanam­ento dalla scuola è comunque previsto.

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Polemiche I vigili davanti a un nido comunale

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