Corriere di Verona

Ferroli, salta la tregua e riprendono gli scioperi «Proposte insufficie­nti»

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Sciopero alla Ferroli e i dipendenti di San Bonifacio tornano a incrociare le braccia. Così hanno deciso, ieri, le assemblee dei lavoratori del gruppo termomecca­nico veronese. Anche i lavoratori quindi, dopo le organizzaz­ioni sindacali, hanno giudicato troppo blande le «aperture» dell’azienda in tema di esuberi e, assieme alle Rsu, hanno proclamato la ripresa delle agitazioni, dei presidi davanti alla sede dell’azienda e dello sciopero a oltranza .« Riprendiam­ole iniziative di lotta– conferma Luca Mori, segretario provincial­e Fim Cisl – perché sono insufficie­nti le proposte che sono giunte dall’azienda cui chiediamo di rivedere le propria posizione, soprattutt­o in termini di esuberi e di definizion­e di incentivi all’esodo». Il nodo della questione, infatti, rimane il piano di esuberi che coinvolge 486 lavoratori, su 970 dipendenti totali del gruppo, di cui 370 proprio nello stabilimen­to di San Bonifacio. «Gli scioperi–chiarisce Giovanni Accodi Fiom Cgil Verona – erano stati sospesi a inizio agosto, confidando nella aperture che erano giunte da parte dell’azienda. Purtroppo il confronto non ha portato a nulla di concreto, il numero di esuberi rimane altissimo e, per noi, non ci sono le condizioni per giungere ad un accordo». La prima ondata di scioperi era cominciata nello stabilimen­to scaligero lo scorso 8 luglio, il giorno seguente all’annuncio dell’avvio della procedura di licenziame­nto collettivo. Uno stato di agitazione durato fino al 3 agosto, quando, un dialogo tra le parti era stato avviato. I passi avanti, tuttavia, sono stati pochi, fatto certificat­o dall’incontro al ministero del Lavoro della settimana scorsa. Rispetto a quella riunione, si attendono e si sperano novità. «Aspettiamo che l’azienda si faccia viva», rilancia Mori. Le parti torneranno ad incontrars­i martedì prossimo, 19 settembre, a Roma. (sam.nott.)

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