Incidente dopo la lite con la sorella: indaga il pm Ma ipotesi legittima difesa
Per la «chiusura del cerchio» saranno fondamentali i referti dei medici. Ma tutti gli accertamenti effettuati dai carabinieri confermerebbero la versione rilasciata nella notte tra venerdì e sabato da quella giovane terrorizzata trovata barricata all’interno dell’auto condotta da un’amica. «Mio fratello mi stava inseguendo dopo aver tentato di strangolarmi - avrebbe spiegato -. Ho chiamato la mia amica per chiederle aiuto e quando lei è arrivata in auto, sono salita immediatamente». Senza probabilmente accorgersi del fatto che il fratello, nel frattempo, era riuscito ad aggrapparsi allo specchietto retrovisore e ad agganciarsi al veicolo inserendo i piedi nel copriruota posteriore. Trascinato per almeno 200 metri, prima che l’amica si fermasse: una dinamica che ha lacerato la gamba del giovane, 26 anni, ricoverato in ospedale in prognosi riservata. E dalle prime indicazioni arrivate in procura sabato notte, sembrerebbe che possa rischiare l’amputazione dell’arto. Il pm di turno Maria Beatrice Zanotti, nelle scorse ore ha ricevuto gli atti da parte dei militari e ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di lesioni gravissime. Ma difficilmente la sorella e l’amica che guidava andranno incontro a un processo. Per ora non è stata presentata alcuna querela nei loro confronti e la procura sarebbe orientata a riconoscere tutti i crismi della legittima difesa nella loro condotta. La sorella ha spiegato di essersi ritrovata da sola in casa con il fratello (i genitori erano usciti) e di aver iniziato a discutere. Il giovane era fuori di sé e, all’improvviso, avrebbe stretto le mani attorno al collo della ragazza, per strangolarla. La poveretta è riuscita a mettersi in salvo e a scendere in strada chiamando l’amica. Nel frattempo, però, il fratello l’aveva inseguita e quando l’aveva vista salire sull’auto era riuscito ad aggrapparsi al veicolo. Un’imprudenza che ora rischia di costargli carissimo.