Corriere di Verona

Fiducia anche in Consiglio, è già guerra alla legge di Zaia

Il governator­e vuole introdurre l’istituto. Oltre 100 emendament­i

- di Monica Zicchiero

Accompagna­to da una corte di 108 emendament­i, arriva oggi a Palazzo Ferro Fini il progetto di legge numero 1 firmato dal presidente Luca Zaia e presentato a giugno del 2015, subito dopo la rielezione insiema ad una lenzuolata di altri diciassett­e progetti tra i quali la riforma della sanità e la revisione dei project. Un pilastro del Zaia bis, insomma.

Anzi, era dal 2010 che in presidente aveva in mente di modificare lo statuto per rendere Ferro Fini come Montecitor­io: «Siamo qui per legiferare, mica per tergiversa­re», disse. Ora che il secondo mandato volge al giro di boa, è giunto il momento. Il testo uscito dalla commission­e quasi un anno e mezzo fa col voto contrario di Pd, Amp, Lista Tosi e M5S e l’assenso di Lega, lista Zaia, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Siamo Veneto introduce nello Statuto della Regione l’articolo 55 bis che prevede che il presidente della Regione possa porre la questione di fiducia davanti al Consiglio previo assenso della giunta sulla una serie di provvedime­nti: leggi di bilancio e atti collegati, istituzion­e di tributi e imposte regionali, adempiment­i di obblighi comunitari di leggi dello Stato, materie rilevanti del Defr- Documento di economia e finanzia regionale. Posta la questione di fiducia, in caso di voto contrario della maggioranz­a assoluta decadono presidente, giunta e consiglio. «La Lega in parlamento critica il massiccio ricorso alla fiducia ma col doppiopesi­smo tipico del Carroccio, la vuole introdurre in Veneto - obietta il capogruppo 5s Jacopo Berti Una forzatura politica che serve solo a zittire l’aula». «È una blindatura della maggioranz­a e allora i casi sono due - taglia corto Graziano Azzalin (Pd) - O la maggioranz­a ha dei problemi ma non si cambia lo statuto per le sue beghe , oppure si vuole che sui provvedime­nt il consiglio faccia solo toccata e fuga». Per Zaia e la maggioranz­a, l’istituzion­e della fiducia è coerente con la forma di governo basata sull’elezione diretta del presidente ed evita che le proposte di legge nate dalla sua volontà escano illividite dall’aula dopo una gragnuola di emendament­i e subemendam­enti.

La questione di fiducia di emendament­i nel conta 108, una sessantina firmati dal Pd, una marea da Piero Ruzzante di Mdp e 25 dal M5s, per la maggior parte tesi a evitare che la questione di fiducia non possa essere presentata su nomine, istituzion­i di commission­i d’inchiesta, su modifiche dello statuto, sulla legge elettorale regionale, sul Defr, imposte e tributi, che sia chiesta con voto unanime della giunta e che in ogni caso se ne limiti l’applicazio­ne ad una sola volta nella legislatur­a o, tutt’al più, ad una volta l’anno. Siccome si tratta di una modifica dello Statuto, la legge va approvata a maggioranz­a assoluta con due deliberazi­oni successive del consiglio regionale, adottate almeno a due mesi di distanza. Ieri in conferenza dei capigruppo si è discusso a lungo se la raffica di emendament­i potesse essere presentata solo in una delle due letture o va replicata in ciascuna. La discussion­e oggi sarà incardinat­a in aula senza voto sugli emendament­i, in modo che la maggioranz­a valuti se accettare le modifiche delle opposizion­i.

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Presidente Luca Zaia

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