Artigiani, la pensione integrativa entra nel contratto per 60 mila
Meccanici, impiantisti, autoriparatori: ecco il primo accordo regionale
Le pensione, ormai l’abbiamo capito tutti, è destinata ad allontanarsi nel tempo e a ridursi nell’ammontare economico. Urge pertanto un intervento integrativo, soprattutto per chi è giovane e ha iniziato a lavorare da poco, ma spesso questo apporto è lasciato all’iniziativa del singolo, in un mercato dove si trova un po’ di tutto e non è facile avere, da soli, gli strumenti per orientarsi. Perciò è una (buona) notizia il fatto che, per la prima volta a queste latitudini, alla previdenza completamente sia dedicato uno specifico capitolo del nuovo accordo regionale firmato in agosto tra le aziende artigiane della meccanica, dell’impiantistica, delle autoriparazioni, e le rappresentanze dei lavoratori.
Le pensione integrativa, dunque, entra a pieno titolo in un contratto di lavoro. L’accordo in questione, per la cronaca, coinvolge una platea di quasi 15 mila piccole aziende in regione e riguarda direttamente oltre 60 mila lavoratori dipendenti, in particolare nel settore della meccanica, che rimane uno dei capisaldi della manifattura veneta.
All’atto pratico - e anche questa è una circostanza non da poco - l’intesa raggiunta prevede che non vi siano costi aggiuntivi per i titolari delle imprese aderenti. Le parti, infatti, si sono accordate per istituire, a partire dall’aprile dell’anno prossimo, una quota di adesione contrattuale da destinare alla pensione integrativa, intervenendo sul valore dell’importo dell’Elemento retributivo regionale (Ert), in modo da non aggravare l’esborso degli imprenditori. In soldoni, i titolari verseranno di più ma, avendone in cambio uno sgravio fiscale, alla fine i conti dovrebbero pareggiare.
«La soluzione mi sembra perfetta - commenta Claudio Porra, portavoce degli artigiani metalmeccanici aderenti alla Cna di Vicenza - per far conoscere sopratutto ai più giovani un sistema, quello delle pensioni integrative, che al momento rappresenta la sola certezza per un futuro più sicuro». Le organizzazioni datoriali, infatti, calcolano che sia vicino al 50% il numero di giovani lavoratori che non hanno sottoscritto alcuna forma di previdenza alternativa, evidentemente perché ritengono che le questioni relative alla loro pensione siano ancora molto lontane nel tempo. «Invece le pensioni sono un problema di oggi, non di domani sottolinea Egidio Manea, rappresentante degli autoriparatori Cna -: con questo accordo possiamo tornare a dare valore al concetto di risparmio, che è alla base della stabilità di ogni famiglia».
Il nuovo contratto regionale proroga la validità di tutte le altre norme introdotte dall’accordo scaduto il 31 luglio scorso, a cominciare proprio dal livello degli importi Ert, la maggiorazione retributiva di secondo livello. (a.z.)