Corriere di Verona

Cappella degli Scrovegni nuova candidatur­a Unesco

La cerimonia Consegnato il dossier al ministro Franceschi­ni: «Proposta competitiv­a, noi la supportere­mo». Taglio del nastro per il sistema di illuminazi­one al led e con i sensori: «Mi auguro che altre grandi aziende italiane investano nella cultura»

- Di Michela Nicolussi Moro

Quando Enrico Scrovegni la fece costruire, agli inizi del ‘300, per celebrarvi le funzioni religiose, la luce che entrava dalle monofore ricavate nella parete sud era più che sufficient­e. Ma da quando lo stesso banchiere padovano decise di aprire al pubblico la Cappella degli Scrovegni, scrigno del prezioso ciclo di affreschi dipinto da Giotto tra il 1303 e il 1305, il problema di illuminare a dovere le storie di Gioacchino e Anna, Maria e Cristo culminate nel Giudizio universale e nel cielo colorato con il famoso blu creato dal maestro fiorentino, divenne fondamenta­le. E oggi, dopo secoli di fari, riflettori, lampade a incandesce­nza, il capolavoro sorto nel cuore di Padova risplende a nuova vita grazie a un sistema integrato di led, sensori e applicazio­ni software messo a punto gratuitame­nte dal gruppo iGuzzini, applicato per la prima volta al mondo ad un gioiello artistico e inaugurato ieri con la benedizion­e del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschi­ni.

Al quale il sindaco Sergio Giordani ha consegnato il dossier «Padova Urbs picta» per la candidatur­a a sito Unesco. Ambizione cullata dal 2010 ma ora più vicina al successo per la scelta di non proporre solo la pietra più preziosa del complesso degli Eremitani da sola ma insieme all’intero ciclo pittorico trecentesc­o scoperto a Padova anche a Palazzo della Regione, nella basilica di Sant’Antonio, nel Battistero del Duomo, all’Oratorio di San Michele e all’Oratorio di San Giorgio. «Padova è la città con il maggior numero di metri lineari di affreschi trecentesc­hi, tutti opera di grandi artisti — conferma l’assessore alla Cultura, Andrea Colasio —. E’ un patrimonio unico e irripetibi­le, che crediamo abbia tutte le carte in regola per rientrare tra i patrimoni tutelati dall’Unesco». «E’ un progetto che portiamo avanti insieme a Diocesi, Veneranda Arca del Santo, Accademia Galileiana, Università e Sovrintend­enza (esempio unico di governance multipla, ndr)— spiega Giordani — sapremo fare squadra e centrare l’obiettivo. Sarà un successo non solo per la nostra città ma per il mondo, dato che la Cappella attira 300mila visitatori all’anno».

Ogni Paese può candidare due siti, selezionat­i da una propria commission­e nazionale, e poi al vaglio del Comitato Unesco, composto a turno da 21 Stati del mondo (in quello attuale l’Italia non c’è), che si riunisce una volta all’anno per dieci giorni. La prossima data utile è il 31 gennaio 2019. «Con il passare degli anni il valore che conferisce dal punto di vista culturale e turistico essere sito Unesco ha fatto sì che l’afflusso di domande sia alto e il criterio di selezione sempre più difficile — ha av- vertito Franceschi­ni —. Non basta proporre un sito straordina­rio, va inserito in un percorso, in un’idea d’insieme che unisca, quindi la scelta di candidare non solo la Cappella degli Scrovegni ma anche la pittura del ‘300 a Padova sta dentro la nuova strategia. Non sono io che decido, davvero è un processo complicato, ma ritengo che la candidatur­a della città del Santo per preparazio­ne, idea e contenuti sia talmente unica da dover essere supportata dal Paese. E’ una candidatur­a fortemente competitiv­a». E che, unico caso al mondo, raddoppia con quella dell’Orto Botanico, già inviata. «Lavoriamo al dossier da tre anni — rivela Giorgio Andrian, ex funzionari­o Unesco e oggi consulente del Comune — la parte descrittiv­a è in via di completame­nto, dobbiamo sviluppare il piano di gestione. L’Italia è al primo posto al mondo per siti Unesco, ne ha 53 su 1057, l’ultimo dei quali sono le fortificaz­ioni veneziane, appena inserite. Ora in lizza ci sono anche le colline del Prosecco, ma in una categoria diversa rispetto a quella della Cappella. Concorrono siti culturali e ambientali».

Quanto all’illuminazi­one nuova, illustra Adolfo Guzzini, presidente di iGuzzini: «Il nostro brevetto sulla luce biodinamic­a, depositato nel 1995, è frutto di mezzo secolo di ricerca, nella quale investiamo il 7% del fatturato e che è già stata applicata al Cenacolo di Leonardo Da Vinci, al Louvre, all’Hermitage, ora anche al Palazzo della Ragione e alla Specola di Padova e presto alla Scuola Grande di San Rocco di Venezia, affrescata da Tintoretto. La nuova illuminazi­one nella Cappella consentirà di vedere al meglio tonalità calde e fredde degli affreschi a ogni ora del giorno e con qualsiasi meteo. In più ha eliminato le emissioni di infrarossi e ultraviole­tti e consente un risparmio di energia elettrica del 60%». «Fa sempre piacere quando un’azienda italiana sceglie di sostenere la cultura — ha osservato Franceschi­ni — mi aspetto che altre facciano lo stesso». E a proposito dell’«estate cafona», ha aggiunto: «C’è urgenza di fare rispettare i monumenti e di regolare gli accessi negli luoghi sovraffoll­ati come Venezia, per problemi di tutela del patrimonio artistico e di sicurezza».

Il ministro su Venezia Vanno rispettati i monumenti e bisogna contingent­are gli accessi per sicurezza e tutela

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