Dal dolore all’opportunità Premio a «Terry» Ferrari
Riconoscimento del Corriere per la «risposta sociale» alla malattia
Una storia di dolore che finisce per diventare un’opportunità di cambiamento. È la storia della giornalista veronese Maria Teresa Ferrari, fondatrice dell’associazione «La cura sono io», che domenica ha ricevuto a Milano il Premio Victoria istituito dalla rivista «27esimaora».
Il riconoscimento, motivato dalla capacità di «saper trasformare la propria vita non solo per se stessa, ma anche per il sociale», è stato conferito alla giornalista, 52 anni, nell’ambito della quarta edizione del festival «Il tempo delle donne» organizzato dal Corriere della Sera e conclusosi domenica alla Triennale di Milano.
Insieme a lei, altre cinque donne le cui storie sono state selezionate per essere pubblicate sulla «27esimaora». La più votata, «con una condivisione così alta che mi ha commossa» è stata quella di Terry Ferrari, poi scelta anche dalla giuria. A ricevere il premio accanto a lei anche Maria Grazia Cucinotta per il suo impegno nel volontariato. La triste scoperta di avere una neoplasia mammaria, in stadio avanzato, la paura e il calvario delle cure, si sono trasformate in uno stimolo per dare seguito alla propria creatività. L’incontro con altre donne in cura, come lei spaventate, diventa lo stimolo decisivo per condurre in porto un’idea che già le ronzava in testa. Anzi, «sulla» testa, perché l’idea è stata quella di progettare dei capricapo, colorati, con le paillettes, a basco, a fascia o dalle forme più curiose, con i quali «coprire i pensieri negativi» e ritrovare la propria femminilità ferita.
I «cappelli ad arte», ideati per le donne sottoposte a chemioterapia, hanno avuto un rapido successo tanto da suggerire alla giornalista di avviare una produzione: realizzati nell’atelier di Daniela Pozzi in vicolo Pomodoro, sono commercializzati attraverso lo shop solidale del sito dell’Associazione «La cura sono io» che ne riceve i proventi.
«Il basco del cuore che indossavo al momento della premiazione – spiega Terry – diventerà ora il “basco della ricerca”: a produrlo sarà il laboratorio San Francesco della cooperativa Santa Maddalena di Canossa e i ricavi andranno a favore dello Ieo». Intanto il Comune di Verona e la Fondazione Cattolica hanno dato il patrocinio e la propria collaborazione ai progetti futuri promossi da «La cura sono io».