Il prefetto: Verona non è il Bronx
Dopo l’aggressione con pistola alla stazione, paura e polemiche. «Fatto grave, ma la città è sicura» Mulas risponde alle sollecitazioni del sindaco: «Esercito? Valuteremo se chiedere più uomini»
Il prefetto Mulas non vuole sminuire i minuti di violenza e follia alla stazione mercoledì, quando un giovane di 23 anni ha aggredito un ragazzino e gli ha puntato una pistola alla tempia. «Certamente è stato un fatto grave. Ma Verona non è il Bronx». E alle sollecitazioni del sindaco Sboarina risponde: «Valuteremo se è il caso di chiedere più uomini. Oggi comunque la città è già protetta».
«Verona non è il Bronx». Il prefetto Salvatore Mulas non ha alcuna intenzione di sminuire quanto accaduto martedì pomeriggio in stazione a Porta Nuova, dove un giovane originario dello Sri Lanka ha sfoderato una pistola (poi rivelatasi a gas) dai pantaloni puntandola alla tempia di un ragazzino che voleva rapinare. E rispondendo ai cronisti che gli chiedono se ha intenzione di dar seguito all’appello del sindaco Federico Sboarina («Se serve, chiederemo l’esercito»), Mulas in realtà sembra rivolgersi in prima persona proprio a quel giovane finito in carcere a Montorio con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Perché, almeno a giudicare dal suo profilo Facebook e dal video che l’ha immortalato mentre impugnava l’arma davanti a centinaia di persone, Rodrigo Nimesh Priyashaw (23 anni e qualche guaio in passato con la giustizia) sembrerebbe proprio uno di quei giovani capaci di confondere la città di Romeo e Giulietta con uno di quei quartieri delle metropoli statunitensi dove regna la legge del più forte. «Gangsta-style», lo stile dei gangster di strada fatto di violenza, rap e spavalderia. La stessa che il ragazzo residente in Borgo Milano con la madre ostentava sui social («Situazione bad, io sono più bad; situazione gangster, io sono più gangster» scriveva online poche ore prima del suo pomeriggio di follia) e che ha rischiato di costargli carissimo di fronte alle pattuglie della polizia che lo tenevano sotto tiro dopo averlo intercettato in via Palladio. Perché davanti agli agenti che gli intimavano di alzare le mani e di buttarsi a terra, lui ha continuato a sfidarli alzando e abbassando le braccia vicino al calcio della pistola. Una sfida giocata sul filo del rasoio: un movimento azzardato e sarebbe potuto partire un colpo. Invece è stato bloccato e ammanettato («In soli otto minuti è stata risolta in maniera perfetta una situazione antipatica» ha commentato il prefetto) e in attesa del processo ora si trova in carcere a Montorio. In aula, il prossimo 10 ottobre, potrà spiegare le sue ragioni e tentare di difendersi (al momento è indagato anche per la tentata rapina aggravata nei confronti del ragazzino aggredito a calci e pugni). Ma intanto, il suo pomeriggio da gangster, ha avuto l’effetto di riaccendere per
l’ennesima volta i riflettori sulla questione della sicurezza in stazione. Il sindaco Sboarina, dopo aver visto il video girato in stazione, ha chiamato il prefetto chiedendogli di valutare l’opportunità di chiedere a Roma più uomini. Valutazione che verrà presa in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: «Mi sono sentito con il sindaco e anche con il questore e mi preme ribadire il fatto che si sia trattato di un episodio grave - spiega Mulas -. Ma la nostra è una città attenzionata da ogni punto di vista: le forze dell’ordine stanno mettendo in atto sforzi eccezionali insieme alla polizia municipale». Qualcosa, però, potrebbe comunque cambia-
Mulas
La città è già sotto l’attenzione delle forze dell’ordine che insieme alla polizia municipale stanno mettendo in atto sforzi eccezionali
re: «Descriveremo alcune situazioni ed eventualmente vedremo di rimodulare qualche servizio. Capiremo se vi sia la necessità di chiedere un ulteriore incremento di uomini puntualizza il rappresentante del governo -. È ovvio che per i nostri standard un fatto del genere, come del resto anche il singolo furto, rappresenti qualcosa di spiacevole, ma dal punto di vista della microcriminalità Verona è una città sicura. Probabilmente ci sono altri problemi di altra natura, ma stiamo guardando con molta attenzione a questi aspetti...». Dal Ministero arriva la conferma di essere pronti a valutare qualsiasi richiesta. Parola del sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, ieri in città per la commemorazione dell’eccidio della Divisione Acqui: «Valuteremo attentamente ogni richiesta, ma al momento non ci è ancora pervenuto nulla». Al prefetto si rivolgono anche gli autisti Atv che attendono una convocazione per fare il punto sul tema della sicurezza a bordo degli autobus. «Purtroppo il fatto di martedì pomeriggio in stazione è solo la punta dell’Iceberg - commenta Mario Lumastro della Filt Cgil -. Ora attendiamo fatti concreti: vorremmo evitare di dover arrivare al morto prima che si prendano provvedimenti».