Corriere di Verona

Il prefetto: Verona non è il Bronx

Dopo l’aggression­e con pistola alla stazione, paura e polemiche. «Fatto grave, ma la città è sicura» Mulas risponde alle sollecitaz­ioni del sindaco: «Esercito? Valuteremo se chiedere più uomini»

- Enrico Presazzi

Il prefetto Mulas non vuole sminuire i minuti di violenza e follia alla stazione mercoledì, quando un giovane di 23 anni ha aggredito un ragazzino e gli ha puntato una pistola alla tempia. «Certamente è stato un fatto grave. Ma Verona non è il Bronx». E alle sollecitaz­ioni del sindaco Sboarina risponde: «Valuteremo se è il caso di chiedere più uomini. Oggi comunque la città è già protetta».

«Verona non è il Bronx». Il prefetto Salvatore Mulas non ha alcuna intenzione di sminuire quanto accaduto martedì pomeriggio in stazione a Porta Nuova, dove un giovane originario dello Sri Lanka ha sfoderato una pistola (poi rivelatasi a gas) dai pantaloni puntandola alla tempia di un ragazzino che voleva rapinare. E rispondend­o ai cronisti che gli chiedono se ha intenzione di dar seguito all’appello del sindaco Federico Sboarina («Se serve, chiederemo l’esercito»), Mulas in realtà sembra rivolgersi in prima persona proprio a quel giovane finito in carcere a Montorio con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Perché, almeno a giudicare dal suo profilo Facebook e dal video che l’ha immortalat­o mentre impugnava l’arma davanti a centinaia di persone, Rodrigo Nimesh Priyashaw (23 anni e qualche guaio in passato con la giustizia) sembrerebb­e proprio uno di quei giovani capaci di confondere la città di Romeo e Giulietta con uno di quei quartieri delle metropoli statuniten­si dove regna la legge del più forte. «Gangsta-style», lo stile dei gangster di strada fatto di violenza, rap e spavalderi­a. La stessa che il ragazzo residente in Borgo Milano con la madre ostentava sui social («Situazione bad, io sono più bad; situazione gangster, io sono più gangster» scriveva online poche ore prima del suo pomeriggio di follia) e che ha rischiato di costargli carissimo di fronte alle pattuglie della polizia che lo tenevano sotto tiro dopo averlo intercetta­to in via Palladio. Perché davanti agli agenti che gli intimavano di alzare le mani e di buttarsi a terra, lui ha continuato a sfidarli alzando e abbassando le braccia vicino al calcio della pistola. Una sfida giocata sul filo del rasoio: un movimento azzardato e sarebbe potuto partire un colpo. Invece è stato bloccato e ammanettat­o («In soli otto minuti è stata risolta in maniera perfetta una situazione antipatica» ha commentato il prefetto) e in attesa del processo ora si trova in carcere a Montorio. In aula, il prossimo 10 ottobre, potrà spiegare le sue ragioni e tentare di difendersi (al momento è indagato anche per la tentata rapina aggravata nei confronti del ragazzino aggredito a calci e pugni). Ma intanto, il suo pomeriggio da gangster, ha avuto l’effetto di riaccender­e per

l’ennesima volta i riflettori sulla questione della sicurezza in stazione. Il sindaco Sboarina, dopo aver visto il video girato in stazione, ha chiamato il prefetto chiedendog­li di valutare l’opportunit­à di chiedere a Roma più uomini. Valutazion­e che verrà presa in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica: «Mi sono sentito con il sindaco e anche con il questore e mi preme ribadire il fatto che si sia trattato di un episodio grave - spiega Mulas -. Ma la nostra è una città attenziona­ta da ogni punto di vista: le forze dell’ordine stanno mettendo in atto sforzi eccezional­i insieme alla polizia municipale». Qualcosa, però, potrebbe comunque cambia-

Mulas

La città è già sotto l’attenzione delle forze dell’ordine che insieme alla polizia municipale stanno mettendo in atto sforzi eccezional­i

re: «Descrivere­mo alcune situazioni ed eventualme­nte vedremo di rimodulare qualche servizio. Capiremo se vi sia la necessità di chiedere un ulteriore incremento di uomini puntualizz­a il rappresent­ante del governo -. È ovvio che per i nostri standard un fatto del genere, come del resto anche il singolo furto, rappresent­i qualcosa di spiacevole, ma dal punto di vista della microcrimi­nalità Verona è una città sicura. Probabilme­nte ci sono altri problemi di altra natura, ma stiamo guardando con molta attenzione a questi aspetti...». Dal Ministero arriva la conferma di essere pronti a valutare qualsiasi richiesta. Parola del sottosegre­tario alla Difesa Domenico Rossi, ieri in città per la commemoraz­ione dell’eccidio della Divisione Acqui: «Valuteremo attentamen­te ogni richiesta, ma al momento non ci è ancora pervenuto nulla». Al prefetto si rivolgono anche gli autisti Atv che attendono una convocazio­ne per fare il punto sul tema della sicurezza a bordo degli autobus. «Purtroppo il fatto di martedì pomeriggio in stazione è solo la punta dell’Iceberg - commenta Mario Lumastro della Filt Cgil -. Ora attendiamo fatti concreti: vorremmo evitare di dover arrivare al morto prima che si prendano provvedime­nti».

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