Il deb Caracciolo talismano Hellas «Fortuna meritata»
Il difensore: «Strada giusta, ci salveremo»
Messa in sicurezza la difesa, il Verona deve rendere aguzzo l’attacco. La partita di domenica con la Lazio sarà la pietra di paragone ideale per capire se e quanto l’Hellas sia più solido. Con la Sampdoria si è vista una squadra tosta, che ha coperto il campo con un ordine fin qui mai visto, soprattutto nelle lezioni subite con Fiorentina e Roma. Fabio Pecchia ha supplito all’emergenza – leggi le assenze in serie sulla corsia di sinistra –, schierando un Verona corto e compatto. Un Verona, soprattutto, che ha ritrovato delle certezze. La beffa ha galleggiato sul cielo del Bentegodi sulla traiettoria aerea disegnata in pieno recupero da Duvan Zapata. Il salvataggio prodigioso di Antonio Caracciolo ha evitato che l’Hellas scivolasse nello psicodramma.
Caracciolo, già: anche nel suo innesto va letta la maggior consistenza del Verona. Passata l’estate a smaltire un guaio fisico al ginocchio accusato in ritiro, il difensore è rientrato con i galloni del leader, in combinazione con Thomas Heurtaux, pure lui, finalmente, all’altezza delle aspettative: «Dovevamo lottare come abbiamo fatto, con lo spirito di squadra che c’è stato. Serviva reagire», dice Caracciolo, tra l’altro al debutto in Serie A. Nelle sue parole ci sono i semi del Verona che può essere. Più ancora, di quello che dovrà diventare presto: «Abbiamo dato un segnale. Sono, sul piano personale, soddisfatto del mio apporto. Ho salvato su quel pallone colpito da Zapata e ho avuto fortuna: si tratta di qualcosa di meritato e di certo è stato così non soltanto per me, ma per tutta la squadra. La strada è questa: restando uniti possiamo raggiungere il nostro obiettivo».
Vero, anzi verissimo, com’è, allo stesso modo, indiscutibile che il digiuno di gol sia un’indicazione delle difficoltà che rimangono da risolvere. Rispetto alle ultime prestazioni, peraltro, i numeri riconoscono il buon rendimento dell’Hellas. In quattro giornate, il Verona aveva tirato in porta otto volte. Nella sola gara con la Sampdoria, l’ha fatto sei. Il dato è esplicito, al pari di quello che mette in evidenza le occasioni da gol create: ben otto. A marcare visita, però, restano le reti. L’Hellas ha segnato soltanto con il Napoli, su rigore. E un gol hanno siglato, in A, Crotone e Benevento, che condividono con il Verona lo sgradito record di squadre meno prolifiche del campionato.
Considerato che la rete dal dischetto di Giampaolo Pazzini con il Napoli è arrivata al 37’ del secondo tempo, l’Hellas non va a segno da 367’: «Dobbiamo essere più incisivi, perché in Serie A non è facile avere delle occasioni e bisogna essere bravi a finalizzare», osserva Pecchia. Il tecnico, però, ieri, alla ripresa degli allenamenti a Peschiera del Garda si è trovato a fronteggiare un nuovo infortunio: Daniele Verde con la Samp ha accusato un risentimento muscolare. Da vedere se potrà esserci con la Lazio. Lassù in attacco si avvicina il pieno rientro di Alessio Cerci. Moise Kean cresce poco per volta. Pazzini ha avuto delle buone chance, con esito jellato, mercoledì sera. Agli uomini in avanti Pecchia (a proposito: il Pazzo, uscendo, esausto, per far posto a Kean, per primo ha stretto la mano all’allenatore: la pace è stata più che siglata tra i due, dopo le esclusioni nei turni iniziali) chiede i gol che occorrono per spingere l’Hellas verso la vittoria che ancora non c’è.
Il problema del gol
Sistemata la fase difensiva, il Verona ora deve risolvere il problema del gol: finora solo un centro e su rigore