Corriere di Verona

Il deb Caracciolo talismano Hellas «Fortuna meritata»

Il difensore: «Strada giusta, ci salveremo»

- Matteo Fontana

Messa in sicurezza la difesa, il Verona deve rendere aguzzo l’attacco. La partita di domenica con la Lazio sarà la pietra di paragone ideale per capire se e quanto l’Hellas sia più solido. Con la Sampdoria si è vista una squadra tosta, che ha coperto il campo con un ordine fin qui mai visto, soprattutt­o nelle lezioni subite con Fiorentina e Roma. Fabio Pecchia ha supplito all’emergenza – leggi le assenze in serie sulla corsia di sinistra –, schierando un Verona corto e compatto. Un Verona, soprattutt­o, che ha ritrovato delle certezze. La beffa ha galleggiat­o sul cielo del Bentegodi sulla traiettori­a aerea disegnata in pieno recupero da Duvan Zapata. Il salvataggi­o prodigioso di Antonio Caracciolo ha evitato che l’Hellas scivolasse nello psicodramm­a.

Caracciolo, già: anche nel suo innesto va letta la maggior consistenz­a del Verona. Passata l’estate a smaltire un guaio fisico al ginocchio accusato in ritiro, il difensore è rientrato con i galloni del leader, in combinazio­ne con Thomas Heurtaux, pure lui, finalmente, all’altezza delle aspettativ­e: «Dovevamo lottare come abbiamo fatto, con lo spirito di squadra che c’è stato. Serviva reagire», dice Caracciolo, tra l’altro al debutto in Serie A. Nelle sue parole ci sono i semi del Verona che può essere. Più ancora, di quello che dovrà diventare presto: «Abbiamo dato un segnale. Sono, sul piano personale, soddisfatt­o del mio apporto. Ho salvato su quel pallone colpito da Zapata e ho avuto fortuna: si tratta di qualcosa di meritato e di certo è stato così non soltanto per me, ma per tutta la squadra. La strada è questa: restando uniti possiamo raggiunger­e il nostro obiettivo».

Vero, anzi verissimo, com’è, allo stesso modo, indiscutib­ile che il digiuno di gol sia un’indicazion­e delle difficoltà che rimangono da risolvere. Rispetto alle ultime prestazion­i, peraltro, i numeri riconoscon­o il buon rendimento dell’Hellas. In quattro giornate, il Verona aveva tirato in porta otto volte. Nella sola gara con la Sampdoria, l’ha fatto sei. Il dato è esplicito, al pari di quello che mette in evidenza le occasioni da gol create: ben otto. A marcare visita, però, restano le reti. L’Hellas ha segnato soltanto con il Napoli, su rigore. E un gol hanno siglato, in A, Crotone e Benevento, che condividon­o con il Verona lo sgradito record di squadre meno prolifiche del campionato.

Considerat­o che la rete dal dischetto di Giampaolo Pazzini con il Napoli è arrivata al 37’ del secondo tempo, l’Hellas non va a segno da 367’: «Dobbiamo essere più incisivi, perché in Serie A non è facile avere delle occasioni e bisogna essere bravi a finalizzar­e», osserva Pecchia. Il tecnico, però, ieri, alla ripresa degli allenament­i a Peschiera del Garda si è trovato a fronteggia­re un nuovo infortunio: Daniele Verde con la Samp ha accusato un risentimen­to muscolare. Da vedere se potrà esserci con la Lazio. Lassù in attacco si avvicina il pieno rientro di Alessio Cerci. Moise Kean cresce poco per volta. Pazzini ha avuto delle buone chance, con esito jellato, mercoledì sera. Agli uomini in avanti Pecchia (a proposito: il Pazzo, uscendo, esausto, per far posto a Kean, per primo ha stretto la mano all’allenatore: la pace è stata più che siglata tra i due, dopo le esclusioni nei turni iniziali) chiede i gol che occorrono per spingere l’Hellas verso la vittoria che ancora non c’è.

Il problema del gol

Sistemata la fase difensiva, il Verona ora deve risolvere il problema del gol: finora solo un centro e su rigore

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 ??  ?? Il salvataggi­o L’intervento acrobatico di Antonio Caracciolo, al 47’ della ripresa, con il quale il difensore ha deviato sul palo la conclusion­e di Zapata
Il salvataggi­o L’intervento acrobatico di Antonio Caracciolo, al 47’ della ripresa, con il quale il difensore ha deviato sul palo la conclusion­e di Zapata

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