Corriere di Verona

Censura al Tocatì, la Briani attacca «Libri viventi? Titoli volgari»

L’assessore contro la Fondazione San Zeno. La Paglia: giunta ipocrita

- L.A.

(l.a.) «Il Partito della Famiglia non c’entra: la decisione è stata presa dal sindaco e dagli assessori per un comportame­nto inaccettab­ile degli organizzat­ori». L’assessore alla Cultura, Francesca Briani, ha difeso così, in consiglio comunale, la cancellazi­one di «Biblioteca vivente», la rassegna che, all’interno del Tocatì, avrebbe dovuto occuparsi anche di omosessual­ità.

Il tema era stato posto da Tommaso Ferrari (Verona Civica) che aveva polemicame­nte chiesto se la giunta ritenesse la censura un modo serio per affrontare temi come il dialogo e la non discrimina­zione.

Briani ha risposto appunto che le richieste del PdF non sono state affatto decisive: «In realtà - ha detto - la Fondazione San Zeno non ci aveva fatto conoscere i titoli in rassegna, e solo poche ore prima del Tocatì - ha aggiunto - abbiamo saputo che erano previsti titoli come “Sempliceme­nte gay”, Delegata alla Cultura Francesca Briani

“Mio figlio gay”, “Quando ero frocio” e ”Lesbica e va bene così”. Titoli - ha detto l’assessore - volgari e offensivi, che ci hanno fatto ritenere opportuno sospendere la rassegna».

Briani si è detta contraria alla censura come metodo, ricordando di esserne stata a sua volta vittima in passato, anche in un liceo cittadino quando avrebbe dovuto parlare delle vicende degli esuli istriani. Tommasi ha ribattuto di non essere convinto che il PdF non abbia avuto un ruolo nella vicenda, ma ha apprezzato l’intenzione di evitare censure in futuro. Elisa La Paglia (Pd) ha parlato invece di «ipocrisia su questa materia», affermando che quei titoli «non erano invenzioni, ma storie di vita, cancellate dalla giunta con uno stile brutale, impedendo così di riflettere su storie di emarginazi­one che riguardano cittadini veronesi».

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