Oro dal telefonino e la tv diventa panca Il grande business dei cimiteri tecnologici
La Regione: «La metà di questi rifiuti sparisce»
Peccato tenersi in garage la tv della nonna, quella col tubo catodico, perché può trasformarsi nelle piastrelle di ceramica del bagno o nella cesta per raccogliere la frutta, può diventare il rivestimento dei bulbi dei fiori o magari una panchina di plastica. E che dire dei telefonini? Forse non tutti sanno che contengono oro, argento e palladio, per carità 3 grammi ad apparecchio, ma mettine insieme un paniere, mica male. Anche il «fine vita» del vecchio frigo non dispiace: il suo destino è rinascere attaccapanni, coprimozzo per auto, copri-bobina e pure oggettistica di rame. Un computer poi è una miniera d’oro, circa il 95% è recuperabile, un pc può fornire oltre mille componenti, tra cui oro, argento e palladio, oltre alla plastica per nuove tastiere. Ecco a cosa serve portare i «Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche» (i RAEE) nei 433 punti di raccolta attivati in Veneto dalla Regione in collaborazione con i Comuni (che sui propri siti ne pubblicano l’elenco), piuttosto di dimenticarseli in fondo a un cassetto o in cantina. O abbandonarli davanti ai cassonetti, lungo gli argini o peggio ancora sui fondali dei fiumi («nel mondo c’è un’isola di RAEE smaltiti in acqua grande quanto l’Australia», dicono gli esperti), con grave danno per l’ambiente.
«Abbiamo investito 800mila euro negli Ecocentri e se il riutilizzo di questi rifiuti speciali ha successo è grazie al contributo fondamentale dei cittadini — spiega Gianpaolo Bottacin, assessore all’Ambiente —. Ogni veneto produce 5,18 chili di RAEE, per un +9,5% rispetto al 2016, ma la raccolta va ulteriormente incentivata». E infatti sul territorio lavorano 128 impianti per il recupero della tecnologia «in pensione», che nel 2016 hanno trattato circa 71mila tonnellate di pezzi: 52,2mila di uso domestico e gli altri ad utilizzo professionale. Al primo posto tv e monitor, seguiti da piccoli elettrodomestici (come frullatori, tritatutto, ferri da stiro, macchinette del caffè, robot da cucina) e «grandi bianchi», ovvero frigoriferi, lavatrici, asciugatrici, forni a microonde, ventilatori elettrici, per esempio. «Da gennaio ad agosto di quest’anno la raccolta è aumentata del 2% — rivela Fabrizio Longoni, direttore generale del coordinamento RAEE — contiamo oltre 5200 tonnellate di grandi bianchi, 3500 di televisori, 4300 di elettronica di consumo, cioè aspirapolvere, pc, telefonini, e 174 tonnellate di lampadine. Il Veneto è terzo in Italia per la raccolta, che rappresenta l’8% del totale nazionale, ma che dovrebbe essere più del doppio, come nel resto del Paese. In Italia vengono prodotte un milione di tonnellate di RAEE ma recuperate solo 280mila, perché il resto sparisce. Così abbiamo avviato una collaborazione con il Noe (il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, ndr)».
Ma dove finiscono i vecchi frigo, lavatrici e computer non conferiti agli Ecocentri? «I RAEE alimentano un business nazionale regolare di 300 milioni di euro l’anno, che attira l’attenzione — rivela Giuseppe Piardi, presidente di AssoRAEE, l’associazione delle aziende che riciclano questi rifiuti — perché se ne ricavano metalli preziosi, plastica, vetro, rame, ferro, alluminio, legno. Ci siamo dati delle regole, i RAEE contengono pure sostanze pericolose e per riconvertirli in modo congruo bisogna sostenere investimenti pesanti, eppure esistono zone d’ombra. L’unico modo per eliminarle è fare informazione, spiegare ai cittadini l’importanza di portarli ai punti di raccolta, convincerli a non ascoltare chi li aspetta lì davanti per convincerli a cedere loro pezzi del frigo o della tv». Per non parlare delle discariche fuori norma. «Questo tipo di economia può attrarre interessi illegali — conferma Alessandro Benassi, dirigente regionale dell’Area Tutela del territorio — dobbiamo tenere alta la guardia».
C’è poi una parte dei RAEE non conferiti correttamente legata alla scarsa collaborazione dei commercianti. I quali si guardano bene dal comunicare che sono tenuti per legge a ritirare cellulari vecchi, o altri oggetti fino a 25 centimetri di lunghezza anche da chi non compra nulla, e pure gli elettrodomestici dal cliente che ne acquista di nuovi da loro.