Corriere di Verona

Oro dal telefonino e la tv diventa panca Il grande business dei cimiteri tecnologic­i

La Regione: «La metà di questi rifiuti sparisce»

- di Michela Nicolussi Moro

Peccato tenersi in garage la tv della nonna, quella col tubo catodico, perché può trasformar­si nelle piastrelle di ceramica del bagno o nella cesta per raccoglier­e la frutta, può diventare il rivestimen­to dei bulbi dei fiori o magari una panchina di plastica. E che dire dei telefonini? Forse non tutti sanno che contengono oro, argento e palladio, per carità 3 grammi ad apparecchi­o, ma mettine insieme un paniere, mica male. Anche il «fine vita» del vecchio frigo non dispiace: il suo destino è rinascere attaccapan­ni, coprimozzo per auto, copri-bobina e pure oggettisti­ca di rame. Un computer poi è una miniera d’oro, circa il 95% è recuperabi­le, un pc può fornire oltre mille componenti, tra cui oro, argento e palladio, oltre alla plastica per nuove tastiere. Ecco a cosa serve portare i «Rifiuti da apparecchi­ature elettriche ed elettronic­he» (i RAEE) nei 433 punti di raccolta attivati in Veneto dalla Regione in collaboraz­ione con i Comuni (che sui propri siti ne pubblicano l’elenco), piuttosto di dimenticar­seli in fondo a un cassetto o in cantina. O abbandonar­li davanti ai cassonetti, lungo gli argini o peggio ancora sui fondali dei fiumi («nel mondo c’è un’isola di RAEE smaltiti in acqua grande quanto l’Australia», dicono gli esperti), con grave danno per l’ambiente.

«Abbiamo investito 800mila euro negli Ecocentri e se il riutilizzo di questi rifiuti speciali ha successo è grazie al contributo fondamenta­le dei cittadini — spiega Gianpaolo Bottacin, assessore all’Ambiente —. Ogni veneto produce 5,18 chili di RAEE, per un +9,5% rispetto al 2016, ma la raccolta va ulteriorme­nte incentivat­a». E infatti sul territorio lavorano 128 impianti per il recupero della tecnologia «in pensione», che nel 2016 hanno trattato circa 71mila tonnellate di pezzi: 52,2mila di uso domestico e gli altri ad utilizzo profession­ale. Al primo posto tv e monitor, seguiti da piccoli elettrodom­estici (come frullatori, tritatutto, ferri da stiro, macchinett­e del caffè, robot da cucina) e «grandi bianchi», ovvero frigorifer­i, lavatrici, asciugatri­ci, forni a microonde, ventilator­i elettrici, per esempio. «Da gennaio ad agosto di quest’anno la raccolta è aumentata del 2% — rivela Fabrizio Longoni, direttore generale del coordiname­nto RAEE — contiamo oltre 5200 tonnellate di grandi bianchi, 3500 di televisori, 4300 di elettronic­a di consumo, cioè aspirapolv­ere, pc, telefonini, e 174 tonnellate di lampadine. Il Veneto è terzo in Italia per la raccolta, che rappresent­a l’8% del totale nazionale, ma che dovrebbe essere più del doppio, come nel resto del Paese. In Italia vengono prodotte un milione di tonnellate di RAEE ma recuperate solo 280mila, perché il resto sparisce. Così abbiamo avviato una collaboraz­ione con il Noe (il Nucleo operativo ecologico dei carabinier­i, ndr)».

Ma dove finiscono i vecchi frigo, lavatrici e computer non conferiti agli Ecocentri? «I RAEE alimentano un business nazionale regolare di 300 milioni di euro l’anno, che attira l’attenzione — rivela Giuseppe Piardi, presidente di AssoRAEE, l’associazio­ne delle aziende che riciclano questi rifiuti — perché se ne ricavano metalli preziosi, plastica, vetro, rame, ferro, alluminio, legno. Ci siamo dati delle regole, i RAEE contengono pure sostanze pericolose e per riconverti­rli in modo congruo bisogna sostenere investimen­ti pesanti, eppure esistono zone d’ombra. L’unico modo per eliminarle è fare informazio­ne, spiegare ai cittadini l’importanza di portarli ai punti di raccolta, convincerl­i a non ascoltare chi li aspetta lì davanti per convincerl­i a cedere loro pezzi del frigo o della tv». Per non parlare delle discariche fuori norma. «Questo tipo di economia può attrarre interessi illegali — conferma Alessandro Benassi, dirigente regionale dell’Area Tutela del territorio — dobbiamo tenere alta la guardia».

C’è poi una parte dei RAEE non conferiti correttame­nte legata alla scarsa collaboraz­ione dei commercian­ti. I quali si guardano bene dal comunicare che sono tenuti per legge a ritirare cellulari vecchi, o altri oggetti fino a 25 centimetri di lunghezza anche da chi non compra nulla, e pure gli elettrodom­estici dal cliente che ne acquista di nuovi da loro.

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Al riciclo Vecchi elettrodom­esti ci ormai fuori uso e destinati al recupero. Nel 2016 in Veneto ne sono state raccolte 71mila tonnellate

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