Corriere di Verona

Castro, il camaleonte del Chievo di Maran «Più ruoli? M’adatto»

- Matteo Sorio

«Sì, gioco in una posizione un po’ diversa, è una scelta legata al tipo di avversario, mi trovo bene e posso adattarmi anche lì». La posizione di Lucas Castro, trequartis­ta anziché interno destro, a volte quasi centrale di mediana in fase difensiva, come a formare un 4-4-2, è stata la novità del Chievo sia contro Atalanta che Genoa, due squadre a forte trazione sugli esterni e quindi capaci di costringer­ti a coprire meglio tutto il campo. Due pareggi, in entrambi i casi, alla fine. E Castro, 28enne argentino, l’assist per l’1-1 di Hetemaj a Marassi, due giorni fa, riflette che «col Genoa è stato un ottimo punto, perché era tosta, loro non avevano ancora vinto, pensavano di riuscirci contro di noi e siamo stati bravi a impedirgli­elo». Un punto, a Genova, maturato nell’ultima mezz’ora, con quel forcing bollato da un Chievo tornato alla tradizione, ossia con Castro interno e Birsa rifinitore: «Tatticamen­te, all’inizio non ci siamo disposti bene – riflette Castro – ma dopo il gol del Genoa siamo riusciti a fare squadra e salire: nel finale potevamo anche segnare il secondo gol, ma va bene così». E così, adesso, il Chievo si tuffa sul Cagliari, avversario di domenica alla Sardegna Arena. E tra le domande di vigilia c’è anche la posizione – se giocherà, visto che è reduce da 180’ filati – di Castro, di fronte a un Cagliari che dovrebbe confermare, a differenza di Atalanta e Genoa, il centrocamp­o a tre: «Vengono dal ko col Sassuolo – dice il Pata – e dovremo giocare un’altra partita attenta per portare qualche punto a casa». A casa, fin qui, Castro si porta il secondo assist stagionale e un numero, 9 tiri in porta in 450’, che fa di lui il secondo clivense più pericoloso sinora, per conclusion­i, dopo Birsa.

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