Cattolica in gara per le polizze di Banco-Bpm
Oggi la scadenza dei termini per la gara. Il ritorno del «feeling» tra le due realtà veronesi
VERONA La gara si annuncia assai serrata. E Cattolica Assicurazioni sembra decisa a combatterla fino in fondo. Parliamo della joint venture assicurativa che Banco Bpm propone dopo aver archiviato gli accordi con Unipolsai e Aviva.
Tedeschi, francesi e anche il colosso italiano, Generali. I pretendenti sono tanti, la gara si annuncia assai serrata. E Cattolica Assicurazioni sembra decisa a combatterla fino in fondo. Parliamo della joint venture assicurativa che il Banco Bpm mette in palio dopo aver archiviato gli accordi con Unipolsai e Aviva.
Già ieri - e non oggi come sembrava in un primo momento - il consiglio di amministrazione della compagnia ha dato il via libera all’offerta per la partnership con il gruppo creditizio lombardo-veronese. Non è dato sapere i contenuti economici e industriali della proposta, ma si può senz’altro affermare che Cattolica lavora sulla partita da tempo, con l’intenzione di superare la concorrenza. Oggi scadono i termini per la presentazione delle offerte vincolanti e presto si saprà di più su quanti e quali sono i concorrenti della società cooperativa veronese.
Le voci circolate negli ultimi giorni parlano di un interessamento di Allianz e del Leone di Trieste. Ma il dossier più caldo oltre a quello di Cattolica - potrebbe risultare quello della francese Covéa, che al pari della compagnia scaligera lavora da tempo per formulare un’offerta particolarmente competitiva.
Si apre un nuovo fronte del duello economico-finanziario tra Parigi e l’Italia dopo i casi Mediaset, Telecom e Fincantieri-Stx? Presto per dirlo. E va detto che in questo caso di tratta di una partnership industriale, sia pure molto importante, non del controllo di un gigante dell’impresa. E va aggiunto che ogni decisione sarà nelle mani del board della banca, diretto dal consigliere delegato Giuseppe Castagna e dal presidente Carlo Fratta Pasini. E che la scelta avverrà in primo luogo sulla base dei valori finanziari.
Vanno invece sottolineati i forti significati territoriali e «simbolici» di un eventuale accordo tra Cattolica e Banco Bpm. Se davvero la compagnia battesse la concorrenza, si riaprirebbe una storia che si era interrotta traumaticamente nel 2006, quando l’allora solo veronese Banco tentò di conquistare il controllo del gruppo assicurativo veronese. La rottura, dovuta all’opposizione del management e anche di alcuni soci influenti, portò Cattolica nelle braccia della Popolare di Vicenza, allora saldamente sotto l’impronta del presidente Gianni Zonin. Ne nacquero gli accordi di bancassicurazione, con tanto di joint venture e incrocio azionario, travolti prima dalla rottura del contratto da parte di Cattolica, e definitivamente azzerati con il fallimento di Bpvi. Ora al gruppo guidato da Alberto Minali, ex Generali, un partner bancario serve come l’acqua per piazzare le polizze e sostenere la raccolta premi. E così torna (o potrebbe tornare) il feeling tra due grandi istituzioni finanziare che hanno fatto la storia economica di Verona e del Veneto.