Gli orchestrali: «Stop per 2 mesi e futuro incerto»
La protesta dei dipendenti areniani: «Abbandonati a noi stessi»
VERONA Lunedì sera per l’ultima volta in scena. Da ieri, invece, l’orchestra dell’Arena di Verona è in libera uscita. Questa settimana per smaltire le ferie e dal 1° ottobre per la chiusura del teatro. Il piano di risanamento voluto dal commissario Fuortes, infatti, impone due mesi di stop forzato di tutte le attività (e dello stipendio) per risparmiare sui costi di gestione. Una scelta non troppo apprezzata dai dipendenti il cui malcontento è esploso domenica durante le ultime prove.
A far da detonatore la mancata trasferta con Aida a San Pietroburgo prevista per novembre. Non difficile comprenderne le ragioni: «Ci comunicano – raccontano gli orchestrali – che si farà una tournée prestigiosa, proprio quando siamo a casa senza stipendio e che saremo pagati. E poi, senza una spiegazione precisa, che non si va più a San Pietroburgo, che tutto è saltato. Per una questione di costi, leggiamo sulla stampa. È come se ci avessero dato uno schiaffo a noi e alla Fondazione. Senza sapere il perché».Gli organizzatori russi lamentano costi troppo alti per la gestione della trasferta, 900mila euro complessivi richiesti dalla Fondazione per portare Aida a San Pietroburgo. Ai russi, si sarebbe chiesto di sostenere il costo degli stipendi dei dipendenti del teatro veronese. Repliche pubbliche sul tema da parte di Fondazione Arena, per adesso, non ce ne sono e questo ha molto innervosito un teatro che già non è sereno per l’imminente chiusura. «Se guardiamo al futuro– raccontano – non c’è notizia di quel rilancio di cui tanto si parla. Della stagione sinfonica non sappiamo nulla e l’unica cosa in programma è Vedova Allegra. Andremo in scena con quella per tutto l’inverno». L’operetta di Lehàr è in cartellone a partire dal 17 dicembre, ma il problema, sostengono i dipendenti, è che non si sa cosa ci sarà dopo. «Senza programmazione – rilanciano – cosa promuoverà il marketing, di cosa ci sarà pubblicità, chi comprerà i biglietti? Ci sentiamo abbandonati, dopo tutti gli sforzi che stiamo facendo. Chiederemo di incontrare il sindaco perché siamo lontani dall’idea di teatro di cui parlava in campagna elettorale». Prima di dicembre, sperano, quando il teatro riaprirà.