Il tributarista Tosi «Una cosa gonfiata. mi farò interrogare»
VENEZIA «Io non c’entro, è tutta una cosa gonfiata. Ma in questo momento preferisco non parlare troppo, visto che è una fase delicata. Mi farò interrogare quanto prima». Loris Tosi, 60 anni, non è «solo» un docente di Diritto tributario a Ca’ Foscari. E’ uno dei principali avvocati tributaristi del Veneto, con uno studio a Mestre in cui lavorano una trentina di professionisti e in cui vanta una biblioteca di oltre 10 mila volumi sulla materia (alcune centinaia storici, stampati prima del 1900) e altre sedi a Vicenza, Milano e in Lussemburgo. Tanto per dire, è stato il difensore del gruppo Pam nella maxi-contestazione fiscale da 650 milioni di euro su una presunta frode carosello di cellulari, oltre che di alcuni imprenditori in vista che hanno avuto qualche guaio fiscale – per esempio René Caovilla o l’ex mister Sacaim Pierluigi Alessandri, fino ai chioggiotti della cooperativa San Martino nell’inchiesta Mose – così come, di recente, del dirigente dell’Agenzia delle Entrate Elio Borrelli, accusato di corruzione. Incarichi che, insieme all’attività di insegnamento, alle sue pubblicazioni e anche ai numerosi incarichi di prestigio in vari cda, gli hanno permesso anche di aprire una seconda «attività» nel settore ricettivo insieme ad altri soci veneti, con piccoli alberghi di alto livello a Venezia: Ai Cavalieri, Ai Reali, Al Bailo e Redentore, oltre a villa Barbarich a Zelarino, rimessa a nuovo con un maxi-restauro su cui è stato addirittura pubblicato un libro.
Ieri Tosi, dal tono di voce, non nascondeva di aver accusato il colpo per questa vicenda, ma è pronto a difendersi su tutta la linea. «Non ho mai incontrato alcuno dei commissari, non ho mai fatto loro una telefonata, né ci ho bevuto insieme un caffè - ha detto - Non ho mai sostenuto alcun candidato, né ho mai fatto alcun nome». Al punto che ha raccontato di essersi anche dimesso dalla commissione per incompatibilità, in quanto c’erano due candidati a lui vicini, uno dei quali peraltro è stato poi pure bocciato. In attesa degli sviluppi d’indagine, però, l’università veneziana ha provveduto a mettere subito in pratica il provvedimento giudiziario di interdizione per un anno dall’insegnamento. «Rimaniamo in attesa delle comunicazioni ufficiali da parte degli organi giudiziari spiega il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi - Allo stato, abbiamo posto in essere le misure necessarie a garantire lo svolgimento regolare della didattica: le lezioni del professor Tosi saranno infatti temporaneamente erogate da altri docenti dell’Ateneo». Il rettore osserva inoltre, sulla base delle notizie di stampa, che «emergono profili di responsabilità diversi attribuiti alle persone coinvolte». Infine una precisazione che sa anche di orgoglio per il lavoro di questi anni in laguna. «Vale la pena di sottolineare che l’indagine non riguarda i concorsi banditi da Ca’ Foscari, ma il procedimento per l’abilitazione scientifica nazionale - conclude il rettore - La qualità del nostro reclutamento, sotto il profilo scientifico e didattico, è dimostrata dai risultati importanti che il nostro Ateneo raggiunge in ambito nazionale e internazionale; il nostro Ateneo recluta nel mondo i migliori studiosi».