Corriere di Verona

Autonomia, bocciato l’ennesimo ricorso contro il referendum

Le spine grilline e l’ordine di Di Maio: «Si vota sì»

- Ma. Bo.

VENEZIA Dopo il ricorso respinto dal Tar, nuova vittoria ieri per la Regione davanti al tribunale di Venezia che ha confermato la regolarità delle procedure di indizione del referendum autonomist­a contestate da Dino Bertocco e Marcello Degni (gli stessi cittadini che avevano chiamato in causa i giudici amministra­tivi).

Il ricorso d’urgenza, che se mai fosse stato accolto avrebbe bloccato la consultazi­one, è stato rigettato essenzialm­ente perché il giudice ha ritenuto che «lo scrutinio da parte della Corte costituzio­nale del quesito referendar­io» abbia escluso «la manifesta lesione del diritto alla libertà di voto degli elettori», non ravvisando «la denunciata disomogene­ità dell’oggetto del quesito referendar­io». Ed è, questo, il terzo via libera arrivato dai magistrati alla chiamata al voto: di fatto in tutte le sedi, civile, amministra­tiva, costituzio­nale, il referendum è stato ritenuto inattaccab­ile. Resta ora soltanto da definire il ricorso alla Corte dei conti presentato dal consiglier­e regionale Graziano Azzalin e dal deputato Alessandro Naccarato, entrambi del Pd, entrambi schierati senza tentenname­nti per l’astensione mentre nel partito si continua a discutere, in modo estenuante, su cosa e come votare, al punto che ieri il segretario Alessandro Bisato s’è visto costretto a diramare l’ennesimo comunicato che tenta di precisare il «Sì critico» dei dem (che poi, un Sì è un Sì e in un referendum, onestament­e, c’è poco da circostanz­iare).

Sembrano essersi quietate, invece, le acque in casa Cinque Stelle, dove pure una parte della base aveva contestato l’appoggio dato dai dirigenti del Movimento all’iniziativa del governator­e Luca Zaia. Lunedì sera, a Zelarino, Mestre, presente il capogruppo in Regione Jacopo Berti, è stato deciso di diffondere volantini che chiariscan­o bene la posizione dei pentastell­ati sul tema, smarcandos­i dalla Lega e sottolinea­ndo le contraddiz­ioni dell’appuntamen­to del 22 ottobre, della serie: «Dal 23 ottobre rischia di non cambiare proprio niente». A togliere ogni imbarazzo, ci ha pensato comunque il neo candidato premier Luigi Di Maio, che ieri ha sentenziat­o: «Noi sosteniamo i referendum per l’autonomia, in Veneto e in Lombardia». Dove, per inciso, Roberto Maroni ha fatto sapere di voler coinvolger­e nella futura trattativa col governo anche i sindaci del Pd e dei Cinque Stelle. Proprio dal governo, il ministro per la Coesione territoria­le Claudio De Vincenti apre: «Veneto e Lombardia sfondano una porta aperta, siamo pronti a confrontar­ci su nuove forme di autonomia, qualunque sia l’esito dei due referendum».

Intanto, come previsto, è polemica tra i comitati referendar­i per l’esclusione dagli spazi per la propaganda diretta (come i tabelloni per i manifesti) sostanzial­mente imposta ai Comuni dalla prefettura di Venezia, che ha indicato come soggetti legittimat­i solo i partiti e i gruppi in consiglio regionale.

Di Maio Sosteniamo i referendum per l’autonomia in Veneto e Lombardia

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