VAN GOGH TRE ANNI DA GENIO
Un film sulla vita del pittore come anticipazione della mostra che sarà inaugurata il 7 ottobre. Con una visuale inedita sulla sua breve carriera di artista, capace di sfornare dal 1887 al 1890 i capolavori più famosi
Teatro Comunale gremito, lunedì, per l’anteprima del film documentario realizzato da Marco Goldin con il quale ha anticipato al pubblico la grande mostra «Van Gogh. Tra il grano e il cielo» che inaugurerà a Vicenza il 7 ottobre. Nella cornice della Basilica Palladiana ammireremo 129 opere (43 dipinti e 86 disegni) del celeberrimo pittore olandese. Il documentario titola Van Gogh. Storia di una vita, ed è stato pensato, come Goldin confessa, quasi sotto dettatura. Il lungometraggio ha un primo, indiscutibile merito: quello di delineare con grande chiarezza e lucidità l’itinerario biografico, artistico e spirituale di Vincent Van Gogh negli anni in cui la sua creatività si sviluppa fino a raggiungere quegli esiti che lo confermano come una delle figure più importanti nella storia della pittura occidentale. Nell’attentissima ricognizione guidata da Marco Goldin, ogni tappa di questo viaggio – il Borinage, Etten, l’Aia, il Drenthe, Nuenen, Parigi, Arles, Saint-Rémy e Auvers-surOise - ci rivela nuovi, talvolta inediti aspetti della vita tormentata del pittore e dell’evoluzione della sua personalità artistica. Ed è in questa immersione nelle sue relazioni personali, nella corrispondenza con il fratello Theo, nei luoghi dove egli soggiornò e trasse ispirazione per i suoi quadri, che troviamo Il curatore riflesso Sopra l’immagine di uno dei famosi paesaggi di Van Gogh, si intravede la figura di Marco Goldin una prospettiva di lettura delle sue opere quanto mai aderente alla personalità del pittore e per molti versi, grazie alla guida di Goldin, sorprendente.
Non tutti infatti sanno che l’intera parabola artistica di Van Gogh è racchiusa nell’arco di un solo decennio, dal 1880 – anno della famosa lettera nella quale comunica al fratello la decisione «di diventare un pittore» – al 1890 – l’anno in cui si suiciderà con un colpo di fucile al petto. Ma ancor più miracoloso, sottolinea Marco Goldin, è che la sua produzione artistica «matura», se così vogliamo indicare i quadri
dipinti con il suo stile più personale, si sviluppi solo a partire dall’incontro con la pittura impressionista, avvenuto a Parigi nel 1887: ciò significa che praticamente tutti i dipinti che hanno reso a Vincent Van Gogh una fama indelebile (e postuma) sono stati dipinti negli ultimi tre anni della sua breve vita. Ma, più importante ancora – il metterlo nella dovuta luce è un altro contributo fondamentale dell’operazione di Goldin –, essi rappresentano un approdo nel quale confluisce una summa di esperienze
artistiche e umane che Van Gogh compie negli anni precedenti, in particolare dalla primavera del 1881 (permanenza a Etten) fino all’autunno 1885 (Nuenen): dall’imitazione dell’adorato Millet, all’immersione nella vita contadina e nel realismo, fino all’apprendistato contrastato con Anton Mauve.
Ne sono preziosa e chiarissima testimonianza i numerosi rifacimenti maturi di disegni fatti
in quei primi anni, a conferma che il fulcro della vocazione pittorica di Vincent Van Gogh, il centro del suo «laboratorio dell’anima» – per citare ancora Goldin –, rimarrà sempre indissolubilmente legato al mondo contadino, alla gente umile e povera. Nel tumulto di una sofferenza raminga, alla continua ricerca di corrispondenze affettuose e amorose.
Tra il giallo del grano e l’azzurro del cielo, dove vivrà per sempre la bellezza che ci ha regalato il cuore di Van Gogh. Marco Goldin stasera sarà a Padova, al Teatro Verdi e domani a Treviso, all’Auditorium Appiani. Inizio delle serate alle 20.30, ingresso libero fino ad esaurimento posti. Il dvd del film documentario, una produzione firmata 3D Produzioni e Nexo Digital, si potrà trovare
nei teatri, nel book shop della
mostra e nello shop online di Linea d’ombra.