Applausi a Chisso Forza Italia divisa Donazzan: o lui o io
L’ex assessore, applaudito a convegni e riunioni, risponde piccato: «Non mi ricandido, ma sono libero e vado dove voglio»
VENEZIA A una serata a Bassano del Grappa, sotto l’egida di «Forza Italia Seniores», l’ex assessore Renato Chisso, uno degli imputati simbolo dell’inchiesta Mose, che ha patteggiato 2 anni e 6 mesi di reclusione, è stato accolto con un’ovazione. L’assessore Elena Donazzan si infuria: «O me o lui».
VENEZIA Renato Chisso «è tornato». Accolto da «applausi ed ovazioni» raccontano in Forza Italia. Ma c’è chi dice no, con uno degli imputati simbolo dell’inchiesta Mose, uscito dal processo dopo aver patteggiato 2 anni e 6 mesi di reclusione, «non voglio avere nulla a che spartire». L’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan ieri ha preso carta e penna e scritto una dura lettera ai vertici del partito azzurro, dal commissario regionale Adriano Paroli al capogruppo alla Camera Renato Brunetta, passando per i sette segretari provinciali. «O me, o lui – è la sintesi della missiva urgente -. Se Chisso non viene messo alla porta una volta per tutte, io lascio il partito».
Nelle scorse settimane molte voci erano circolate in Forza Italia (ma anche nella Lega e nel Pd) sul ritorno dell’ex assessore regionale alle Infrastrutture sulla scena pubblica: ad un evento organizzato dalla cooperativa veneziana Il Cerchio, con cui Chisso era entrato in contatto mentre si trovava in carcere; ad una cena allestita dal coordinamento regionale del partito al Crowne Plaza di Padova, presenti tra gli altri Brunetta e l’allora coordinatore Marco Marin; all’inaugurazione da parte del governatore Luca Zaia della tangenziale di Occhiobello, che fu iniziata nel 2009 quando Chisso sedeva in giunta. Ma l’episodio più recente, quello che ha scatenato la reazione di Donazzan, è stata una serata dedicata alle infrastrutture e ai trasporti organizzata martedì in un hotel di Bassano del Grappa (pare gestito dal leader dell’Esercito di Silvio Simone Furlan), sotto l’egida di «Forza Italia Seniores» dall’ex senatore Antonio Pasinato, insieme alla figlia Silvia, animatrice di «Veneto in Movimento». Secondo quanto raccontato da alcuni presenti, Chisso avrebbe fatto il suo ingresso in sala ad evento già iniziato, accolto da un caloroso benvenuto: «È un piacere avere qui con noi uno dei fautori dello sviluppo infrastrutturale della nostra regione». Applausi che, secondo qualcuno, sarebbero addirittura sconfinati nell’ovazione a scena aperta.
Ora, che Chisso nonostante le sue disavventure giudiziarie potesse ancora contare su molti sostenitori ben oltre lo storico feudo di Favaro a Mestre è cosa nota (giova ricordare che nel 2005 prese 16 mila preferenze, salite a 21 mila nel 2010), ma che la sua presenza torni ad essere abituale agli incontri di Forza Italia, questo è troppo per Donazzan: «Non devo spiegare a nessuno di voi cosa rappresenti oggi Renato Chisso in Veneto - si legge nella lettera spedita ai vertici - lui e Galan, nostro malgrado e nonostante una spiccata e giusta posizione garantista del nostro partito, hanno un’immagine compromessa ed un pesante procedimento giudiziario a carico. Abbiamo già pagato troppo lo scotto dei loro patteggiamenti durante le ultime elezioni regionali, vissute con gravissimo disagio per chiunque andasse a chiedere il voto ai veneti per Forza Italia. Ed il risultato è stato impietoso. Oggi registro con favore che il Presidente Berlusconi vuole cambiare volto e stile al partito e credo che faccia riferimento soprattutto al gravissimo danno di immagine arrecato da troppi che hanno vissuto la politica in Forza Italia senza slancio ideale nè rispetto per il voto del popolo». E se Forza Italia deve cambiare, allora Chisso deve stare distante da Forza Italia. Viceversa, Donazzan prenderà «le decisioni conseguenti», perché «tengo molto più al mio onore e alla mia credibilità politica che ad una qualsiasi posizione che il partito possa darmi».
Laconico il commento dell’ex assessore: «Dormano tutti sonni tranquilli, Chisso non è affatto tornato e non ha alcun interesse a tornare. Non mi ricandiderò più e contrariamente a quel che si dice in giro non sto prendendo parte ad alcun tavolo o riunione, non parlo con nessuno, men che meno in vista delle elezioni. Da libero cittadino, però, penso di poter andare dove mi pare, a cominciare dai convegni e dagli eventi pubblici in cui si parla di argomenti che ancora mi stanno a cuore».
Donazzan Se Chisso non viene cacciato una volta per tutte, io lascio il partito