L’idea di chiedere il «Central Park» come compensazione per la Tav
Proposta di delibera dell’assessore Segala a Rfi. Le altre richieste e il nodo degli espropri
La proposta è dell’assessore Ilaria Segala. In cambio del passaggio della Tav attraverso la città, la giunta chiede a Rfi una serie di «opere compensative». Tra cui il «central park» allo scalo merci.
Il Parco di Verona Sud arriva in consiglio comunale. E le proposte di delibera sono addirittura due: una della giunta comunale e una di Michele Bertucco.
La questione era stata per anni al centro di polemiche, proposte e discussioni. In campagna elettorale si erano fronteggiate due proposte: quella di Flavio Tosi e Patrizia Bisinella e quella di Federico Sboarina, che condivideva a sua volta quella sostenuta da anni da Bertucco.
Il tema: che fare dell’immensa area che va dalla stazione di Porta Nuova a Santa Lucia (oltre mezzo milione di metri quadri) usata come scalo merci ma che le Ferrovie intendono abbandonare, trasferendosi in Quadrante Europa?
La giunta Tosi prevedeva di utilizzarla in parte come parco urbano, valorizzandone l’altra parte e offrendo questa valorizzazione (con la possibilità di edificare) quale contropartita alle Ferrovie stesse, che sono proprietarie dell’area e che a «regalarla» non sono intenzionate. Il Comitato Verona Sud, Bertucco e, già in campagna elettorale, Sboarina rispondevano invece affermando che «tutta l’area va destinata a Parco». E le Ferrovie? Le ferrovie, veniva risposto, la devono dare in contropartita del passaggio della Tav attraverso la città.
Adesso la questione è all’ordine del giorno del consiglio comunale. E la proposta è stata messa nero su bianco nello scorso fine settimana dall’assessore all’Urbanistica Ilaria Segala. Il grande parco (che Sboarina ha chiamato Central Park, definendolo «il vero sogno» del suo mandato da sindaco) viene appunto collegato al progetto per il nodo di Verona della Tav (in realtà si chiama Alta Capacità, ma usiamo il nome più conosciuto dai non addetti ai lavori). In cambio del passaggio dei «supertreni» attraverso la città, la giunta comunale chiede a Rfi (attraverso la società Italferr) una serie di «opere compensative».
Prima fra queste, la realizzazione «nell’area ambito dello scalo merci di Porta Nuova, di un parco urbano da destinare a fruibilità pubblica, le cui dimensioni dovranno essere le più ampie possibili, tendendo possibilmente all’interezza di tale ambito». Secondo Palazzo Barbieri, inoltre, «la realizzazione del parco dovrà essere coordinata con la fruizione al pubblico del sottopasso esistente e all’esecuzione del percorso ciclopedonale» Una pista ciclabile, quest’ultima«che colleghi la Fiera con la stazione di Porta Nuova, parallelamente a Viale Piave e all’interno dello Scalo Merci. Il percorso – precisa la proposta di delibera della giunta - inizierà dall’attuale sottopasso pedonale esistente con uscita a sud in prossimità con la palazzina “Polfer” e dovrà tener conto delle piste ciclopedonali già esistenti». Il Comune chiede anche la realizzazione di nuova viabilità e «l’allargamento dei tre sottopassi ferroviari di via Albere» per creare «una carreggiata a due corsie, i marciapiedi e una pista ciclabile».
Come abbiamo detto, quasi contemporaneamente, la scorsa settimana, Bertucco (capigruppo di Sinistra e Verona in Comune) ha presentato una proposta di delibera consiliare che chiede di trasformare l’intera area dell’ex Scalo Merci in un Parco, utilizzando una strada diversa, ossia presentando una Variante urbanistica al Piano d’Area Quadrante Europa (Paqe). A tutt’oggi, quel Piano prevede infatti che sia destinato a Parco solo il 50 per cento dell’intera superficie.
Due strade diverse, con un obiettivo comune, insomma. E a breve, la parola passerà al consiglio comunale.
Tornando alle novità viabilistiche, la delibera proposta dall’assessore Segala prevede anche un nuovo sottovia con l’adeguamento di via Carnia, con la connessione diretta tra il casello autostradale di Verona Nord e il Quadrante Europa attraverso la strada mediana T4-T9. Considerato che via Fenilon è una strada di ridotte dimensioni, Palazzo Barbieri chiede che il collegamento sia realizzato almeno fino a via Sommacampagna.
Quanto infine agli espropri necessari per realizzare la Tav, il Comune fa presente che «i criteri estimativi usati finora sono da considerarsi superati in quanto modificati dalla legge finanziaria per il 2008 secondo la quale l’indennità di espropriazione di un’area edificabile debba essere determinata in misura pari al valore venale del bene».
Segala Vanno ottenute le dimensioni più ampie del parco di Verona Sud