Ferita con la roncola: in cella l’ex marito
A 20 giorni dal femminicidio sfiorato, il gip ordina l’arresto. Ieri è rimasto in silenzio
Venti giorni fa, quando aggredì con una roncola l’ex moglie davanti agli occhi dei passanti atterriti, in piazza del Popolo a San Martino Buon Albergo si sfiorò il femminicidio. Voleva tagliargli la mano, è la certezza del gip Laura Donati, che ha ne ora ordinato la carcerazione: tagliò la donna anche alla coscia, ma la sua posizione si è ulteriormente aggravata in questi giorni. Dalle dichiarazioni rese dalla vittima dopo il ricovero, sono emersi anni di soprusi anche sui figli.
Venti giorni fa, quando aggredì con una roncola l’ex moglie davanti agli occhi dei passanti atterriti e increduli, in piazza del Popolo a San Martino Buon Albergo si sfiorò il femminicidio.
Di vent’anni più giovane, la donna lo aveva cacciato di casa dopo la separazione, ma Paul (per tutti «Paolo») Boachie non accettava la lontananza da lei e dai loro tre bambini e, per l’ennesima volta, poco prima delle 8 di quel 13 settembre sfociato nel sangue, aveva inseguito, correndo, l’ex compagna con l’attrezzo agricolo dalla lama metallica curvata. Nonostante le urla e la disperata fuga di Olivia, ghanese come lui, riuscì a colpirla alla mano.
Voleva tagliargliela, è la certezza del gip Laura Donati, che ha ne ora ordinato la carcerazione: tagliò la donna anche alla coscia, ma la sua posizione si è ulteriormente aggravata in questi giorni. Dalle dichiarazioni rese dalla vittima dopo il ricovero, infatti, sono emersi «tre anni di violenze e soprusi domestici, non solo contro di lei ma anche sui loro tre bimbi in tenera età». Automaticamente, quindi, le ipotesi di reato si sono appesantite: maltrattamenti in famiglia reiterati, lesioni ai danni dell’ex moglie e di ciascuno dei figli.
Di qui, immediata, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere: ieri, davanti al gip Livia Magri, l’indagato assistito dall’avvocato Giuseppe Trimeloni, si è avvalso della facoltà di non rispondere ed è rimasto a Montorio. Per lui, il legale sta ora cercando una struttura di cura idonea a occuparsene.
Inizialmente,il mese scorso, l’aggressore venne unicamente denunciato per lesioni e, nell’immediatezza del fattaccio, finì in ospedale anch’egli, come l’ex consorte ferita: quando un paio di ore più tardi i carabinieri erano riusciti a rintracciarlo a poche centinaia di metri dal luogo dell’aggressione, Paul stava tentando di ammazzarsi. Aveva ingerito un litro di varechina, lo salvarono i militari dell’Arma che lo aveva individuato grazie alla localizzazione del cellulare dopo che lui si era allontanato su una bicicletta.Quella famigerata mattina, la donna che si era separata dal marito violento a giugno, aveva appena accompagnato uno dei tre figli a scuola quando la situazione era improvvisamente precipitata. È accaduto tutto in piazza del Popolo, quando residenti e passanti sono stati sorpresi attorno alle 8 dalle assordanti sirene in strada. Si trattava delle gazzelle del 112 e dell’ambulanza del Suem che si precipitavano a San Martino. In quegli attimi sconvolgenti,Olivia si era rifugiata in un negozio ed era sostenuta da vigili e passanti in attesa dei medici.
Da vent’anni in Italia, col vizio dell’alcol e accecato da una ossessiva gelosia per la sua ex, Paul era sparito e sarebbe stato bloccato dai carabinieri della stazione locale alle 12.15 in piazza Dalla Chiesa. Separati nella vita e anche nei luoghi di ricovero: lei venne curata al Policlinico mentre lui, 59 anni, finì a Borgo Trento dopo il tentato suicidio. E ora è in cella.