Corriere di Verona

«Racconto il fanatismo dei nuovi genitori»

Un tempo alleati dei prof, ora sindacalis­ti fanatici dei loro pargoli. «Papà e mamme hanno creato un conflitto: in “Sono puri i loro sogni” racconto dieci anni di storture viste anche attraverso la mia esperienza personale»

- Sorio

«All’inizio del libro descrivo il primo giorno di scuola. Nel mio caso, credo mia mamma m’abbia abbandonat­o lì al cancello (ride, ndr). Nel caso di mia figlia Ginevra, saremo andati là in cinque, genitori che facevano foto, filmini, “spostati che mi assassini l’inquadratu­ra”, poi quand’è suonata la campana tutti nelle classi per aiutarli nella scelta del banco, finché mia figlia a un certo punto m’ha detto: papà, va via… Ecco, l’idea di genitorial­ità che racconto qui è la stessa del libro precedente: non dobbiamo stare un passo davanti ai nostri figli per proteggerl­i, semmai l’esatto contrario, cioè essere pronti a prenderli se cadono».

Ogni scena osservata, anche la più banale, innesca riflession­i, ribalta i punti di vista, spiazza, illumina lati oscuri che non vogliamo vedere. Succedeva in «Notti in bianco, baci a colazione» (tradotto in più lingue). Succede, adesso, in «Sono puri i loro sogni», il secondo libro del veronese Matteo Bussola, classe ’71, ex architetto, oggi fumettista e scrittore. È il libro in cui Bussola, papà di tre figlie in età scolare, si domanda «quand’è che abbiamo smesso di fidarci degli insegnanti e abbiamo iniziato a vivere al posto dei nostri figli?». Domanda girata a un’intera generazion­e e quindi anche alla folta platea di lettori, secondo piano della libreria Feltrinell­i, qui in centro città, ieri pomeriggio, nel giorno dell’uscita del libro. «L’idea nasce da un messaggio ricevuto su Facebook», racconta Bussola: «Era una maestra delle elementari che aveva rimprovera­to un alunno per bullismo. Tornato a casa, il bambino dice d’essere stato picchiato dalla maestra e il giorno dopo i genitori ne chiedono la testa di fronte al dirigente scolastico. Risultato, maestra sospesa. Non fosse che una settimana dopo il

bambino ammette d’essersi inventato tutto ma la sospension­e continua per cause burocratic­he. Storia surreale, ci ho tratto un articolo di giornale e da lì Einaudi m’ha chiesto di raccontare le storture viste in dieci anni di scuola delle mie figlie».

Quella più grande, di fatto, è il tema del libro: «I genitori hanno creato un conflitto con gli insegnanti. Vedi il brutto voto preso come un’offesa. Non ho voluto santificar­e nessuno, sappiamo benissimo che ci sono anche insegnanti svogliati, che tirano a campare. Quel che m’interessa è interrogar­mi su cosa posso fare

io per ricostruir­e un rapporto di fiducia con la scuola». Esempio? «Penso che quando rimuoviamo gli ostacoli dei nostri figli o protestiam­o con gli insegnanti per un brutto voto, non facciamo loro un favore ma gli impediamo di crescere: l’errore è un meccanismo fondamenta­le per imparare e un brutto voto non è una macchia, anzi, può essere un’opportunit­à». Ecco, allora, l’opportunit­à di un libro in cui padri e madri si fermino a pensare: «Quando andavamo a scuola noi, gli insegnanti avevano ragione a prescinder­e e nessuno si sarebbe mai permesso di criticare. Da quel mondo lì a un mondo, oggi, in cui mettiamo tutto in discussion­e. Forse perché quei bambini mai ascoltati sono i genitori odierni e non vogliono che i loro bambini vivano la stessa cosa. È così che siamo passati da un estremo all’altro…».

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Autore Matteo Bussola ieri in Feltrinell­i per la presentazi­one del suo nuovo libro «Sono puri i loro sogni»
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