Bcc, la Federazione non cede sui licenziamenti Muro dei sindacati
Credito cooperativo, la federazione veneta conferma i due licenziamenti. E i sindacati si preparano a far salire di tono la vicenda. Due ore di faccia a faccia, ieri nella sede di via Longhin a Padova, tra i sindacati Fabi, Cgil, Cisl e Uil e la delegazione della Federazione veneta del credito cooperativo, guidata dal presidente Ilario Novella. Sul tavolo il licenziamento dei due dipendenti che la Federazione aveva assunto due anni fa dall’ex Banca Padovana finita in liquidazione, per chiudere la trattativa di cessione degli sportelli a Bcc Roma, e che rientrati da un distacco di due anni pagato dalla liquidazione sono stati messi alla porta.
Come previsto, le posizioni sono rimaste inconciliabili. Ai sindacati che chiedevano di ritirare i licenziamenti «abusivi ed irrispettosi - come scrivono le sigle sindacali - delle norme contrattuali che prevedono un preventivo confronto col sindacato», chiedendo di passare a valutazioni alternative e comunque sul piano collettivo, la Federazione ha replicato che si tratta di due dipendenti di fatto non parte dell’organico della Federazione e ha confermato la linea dura. «Federveneto così non ha riconosciuto gli obblighi assunti con la sottoscrizione dell’accordo per il salvataggio dell’ex Banca Padovana - scrivono nella nota post incontro i sindacati -. Temiamo che la volontà della Federazione rappresenti la nuova linea di gestione delle ricadute occupazionali derivanti dal processo di integrazione del movimento cooperativo».
La vicenda, a questo punto, arriverà probabilmente al tentativo di conciliazione e poi alla formalizzazione dei due licenziamenti, che verranno a quel punto contestati dai sindacati. Nel frattempo la vicenda seguirà una via parallela sul fronte delle iniziative sindacali. Il caso è sul tavolo delle segreterie nazionali, visto il precedente che può creare rispetto all’intero settore bancario. E la vicenda di Federveneto rischia di decollare nelle sue conseguenze.