Il corpo è materia prima nelle visioni di Urs Lüthi
Parla uno degli artisti della mostra alla Gam dal 13 ottobre
Preparativi in corso per la mostra di arte contemporanea che sarà aperta da venerdì 13 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Palazzo della Ragione. «Il mio corpo nel tempo. Lüthi, Ontani, Opalka», a cura di Adriana Polveroni, direttrice artistica di ArtVerona, con Patrizia Nuzzo, direttrice della Gam, è una delle iniziative collaterali che «invadono» la città in occasione della mostra mercato di arte che si terrà dal 13 al 16 ottobre nei padiglioni fieristici.
Quattro sale, tre grandi protagonisti della cultura del nostro tempo, un filo conduttore: la scelta da parte di questi autori di eleggere il corpo a «materia prima dell’arte». Tre artisti che hanno attraversato l’ultima parte del Novecento mettendo in scena se stessi. Essere artista è dunque un modo per conoscere la realtà e i suoi molteplici aspetti, le sue sfaccettature? «Certamente - ha risposto Urs Lüthi che ieri stava seguendo l’allestimento delle sue opere alla Gam -: solo nell’arte posso vivere come io penso sia possibile». L’artista svizzero, classe 1947, sperimentatore e pioniere della body art, ha scelto alcune opere più rappresentative degli anni 70 per un percorso storico sul suo lavoro. Di seguito un allestimento con quindici pannelli, risultato di un collage: opere del passato si mescolano con frammenti da giornali, immagini e opere di oggi. Il suo è un approccio ludico all’arte a cui Lüthi attribuisce il compito di svelare l’ambiguità del reale. «C’è un grande fraintendimento nei miei confronti. Non è la mia vita a essere ambigua – ha spiegato ancora -: l’ambiguità sta nella complessità stessa dell’esistenza, non è possibile sapere dove sta la verità, non esiste l’oggettività, ognuno ha la sua verità».
La mostra di Palazzo della Ragione si articola complessivamente in quattro sale, con un allestimento che scompone e reinventa gli spazi abituali del museo. Le prime opere che si incontreranno saranno le ventitre di Luigi Ontani, artista che si muove tra citazioni, storia e mitologia, con una selezione dagli anni 70 fino ad arrivare alla serie Anamorpose nata nel nuovo millennio. Dopo la sala di Lüthi, a chiudere la mostra sarà l’allineamento rigoroso di cinquantaquattro autoscatti dalla serie Details in cui Opalka si è ha impegnato dalla metà degli anni Sessanta fino alla sua scomparsa.