Corriere di Verona

Asse Verona-Vicenza per le imprese che pensano di quotarsi in Borsa

- Enrico Presazzi

La parola d’ordine è «cultura aziendale». Perché se è vero che il fine ultimo può essere quello dello sbarco a Piazza Affari, il progetto internazio­nale «Elite» nato dalla collaboraz­ione tra Borsa Italiana e Confindust­ria si propone di accompagna­re le imprese in un cammino di costante migliorame­nto sviluppand­one visibilità e attrattivi­tà, creando occasioni di business con potenziali nuovi investitor­i e favorendo il cambiament­o organizzat­ivo. «Non siamo un ricovero per chi non va, ma un supporto per chi va bene» ha sintetizza­to Andrea Tessitore, responsabi­le del progetto presentato ieri pomeriggio nella sede della Midac Spa, azienda di Soave leader nel settore delle batterie. Location scelta non certo a caso, ma proprio per suggellare la partnershi­p tra Confindust­ria Verona e Confindust­ria Vicenza che hanno deciso di promuovere lo strumento tra i loro associati. «Le imprese qui hanno la possibilit­à di confrontar­si con i migliori della classe che sono le imprese quotate, vedere come quelle realtà impostano la gestione aziendale e capire come migliorare» ha commentato il leader degli industrial­i scaligeri Michele Bauli, uno dei 10 imprendito­ri veronesi che hanno già aderito a questo percorso. Tra loro anche Filippo Girardi, presidente di Midac: «Noi non ci siamo ancora quotati, ma l’aver aderito al programma mi ha consentito di cambiare mentalità. Per fortuna siamo un’azienda in costante crescita, ma confesso che prima di seguire il programma Elite, non avevo mai pensato a una potenziale situazione di crisi. Ora ho progettato un piano per affrontarl­a». «Del resto, siamo di fronte a un nuovo mercato mondiale che chiede una finanza differente - ha puntualizz­ato il presidente degli imprendito­ri vicentini Luciano Vescovi -. Le nostre realtà (a Vicenza quelle che hanno aderito ad Elite sono in tutto 9, ndr) sono sempre più proiettate verso l’export e il metodo classico del finanziame­nto “a debito” rischia di non essere più sufficient­e». Iniziativa che punta a consolidar­e un nuovo asse confindust­riale veneto sempre più a Ovest dopo le «frizioni» dei mesi scorsi con le territoria­li di Padova e Treviso (astenutesi dalla votazione per la presidenza regionale di Matteo Zoppas, giusto per citare il caso più eclatante)? Bauli e Vescovi smentiscon­o categorica­mente. «Tra Verona e Vicenza vi è un’affinità basata su radici storiche - hanno commentato all’unisono -, ma ciò non toglie che ognuno sceglie la propria strada sulla base delle richieste che provengono dalla propria base associativ­a. E il fine ultimo è quello di creare valore per l’impresa». Obiettivo che si è prefissato anche il presidente Zoppas. «La sua è stata una partenza in salita con un problema che è stato poi risolto in maniera eccellente. E mi riferisco alla questione del Campiello - ha ricordato Vescovi -: l’edizione alla fine è stata una delle migliori degli ultimi anni. È inutile fingere che all’inizio non vi sia stata un po’ di tensione dovuta agli aspetti umani prima ancora che ad altri motivi, ma ora il presidente Zoppas ha fissato obiettivi importanti ponendo le basi per fare molte cose. E noi siamo e saremo al suo fianco». Il futuro prossimo impone di affrontare il tema del destino della Fondazione Nordest, orfana di un direttore ormai da mesi. «È in programma una riunione a breve e il presidente Zoppas metterà sul tavolo alcune idee che discuterem­o - ha anticipato Bauli -. È evidente che abbiamo un patrimonio importante da valorizzar­e e cercheremo di trovare il modo per farla ripartire». D’accordo anche Vescovi: «La Fondazione è uno degli asset portanti della nostra realtà».

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Confindust­ria I presidenti Michele Bauli con Luciano Vescovi

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