I tormenti della Lega, le spine del centrodestra e il ritorno dei «soliti noti»
Mentre a Roma si prepara (faticosamente) la nuova legge elettorale, a Verona partono le grandi manovre in vista delle candidature alle politiche della prossima primavera. E visto che si parla di andare alle urne il 4 marzo, i tempi cominciano sin d’ora a stringere.
Nel centrodestra sono in gran movimento i due maggiori partiti, Lega Nord e Forza Italia. Nella Lega, giusto domani sera si dovrebbe decidere l’assetto interno, dopo la «sfiducia» del direttivo nei confronti del segretario, Paolo Paternoster. La sfiducia era stata firmata da dieci «ribelli»: Gualtiero Mazzi e Laura Bocchi, i due più noti, erano stati affiancati da Zullo, De Lorenzi, Rigo Matuzzi, Adami, Gugole, Maestrelli e Zuliani. Non avevano invece firmato la sfiducia Paolo Tosato, Elisa De Berti, Francesca Toffali e, Grossule, Piccoli e Falco. Domani la possibile mediazione, partita dal vero «uomo forte» del Carroccio scaligero, Lorenzo Fontana, che dovrebbe portare a Verona il «legato» Massimo Bitonci, affiancando un Paternoster confermato segretario ma con «tutore politico».Anche se non è detto che questa soluzione vada bene a Paternoster... Solo dopo il referendum si capirà chi sarà candidato a Camera e Senato. Tosato sarà riconfermato per il Senato, Alessandro Montagnoli (referente dei 10 «ribelli») potrebbe tornare alla Camera ma l’esito della battaglia interna farà capire chi li affiancherà.
In Forza Italia si attende invece la soluzione di quello che sta diventando il «caso Gasparato». Il presidente del Consorzio Zai ha chiesto la tessera degli azzurri, e dovrebbe diventarne subito dopo il segretario cittadino, ma c’è chi non è affatto contento dell’operazione e cercherà di contrastarla, temendo una «occupazione» del partito da parte di Verona Domani. In gioco, la posizione di punta nelle prossime liste elettorali. Tra i possibili candidati, il segretario provinciale Davide Bendinelli, l’assessore Daniele Polato, forse lo stesso Matteo Gasparato, mentre si attendono le mosse dell’onorevole Alberto Giorgetti, della senatrice Cinzia Bonfrisco e anche di Stefano Casali, referente veneto dell’ex ministro Antonio Quagliariello. Non sarebbe invece intenzionato a ricandidarsi (ma mai dire mai) il senatore Stefano Bertacco, oggi in Fratelli d’Italia. Nel centrodestra (ma nella cosiddetta Quarta Gamba) si candiderà sicuramente Flavio Tosi, che comunque non intende lasciare il consiglio comunale: al Senato si ricandiderà Patrizia Bisinella (che, se lasciasse Palazzo Barbieri, farebbe tornare il «veterano» Gigi Pisa). Ma i tosiani veronesi spingerebbero per portare a Roma almeno un altro dei loro, al posto di Matteo Bragantini.
Nel centrosinistra, l’arrivo del commissario Emanuele Fiano, consentirà di celebrare in novembre il congresso provinciale, dai cui risultati dipendono le liste future: i 4 parlamentari uscenti (Alessia Rotta, Vincenzo D’Arienzo, Gianni Dal Moro e Diego Zardini) si disputeranno la riconferma, e gran parte del congresso sarà legato a questa battaglia.
Per i Cinquestelle, tutto ancora da decidere: due i parlamentari uscenti (Francesca Businarolo e Mattia Fantinati, con probabili riconferme) mentre molti danno per certa la candidatura al Parlamento di Gianni Benciolini, già capogruppo a Palazzo Barbieri.
Da registrare infine che, proprio in vista delle elezioni, tornano in campo diversi nomi noti. L’ex sottosegretario Francesca Martini è con Grande Nord, la lista dei leghisti rimasti affezionati alla Padania e contrari alla svolta «nazionale» di Matteo Salvini. Tra i seguaci di Raffaele Fitto, invece, ecco Raffaele Bazzoni, che organizzerà il movimento a Verona, affiancato per la città dall’ex consigliere comunale tosiano Salvatore Papadia.